EMERGENZA SANITARIA

Bar e ristoranti chiusi alle 18

Conte non accoglie le richieste delle Regioni e impone da domani la serrata anticipata degli esercizi pubblici. Salvo il pranzo fuori casa della domenica. Si potrà incrementare la didattica a distanza. Restano immutate le regole per i tamponi – Il DPCM

Bar, pub gelaterie e ristoranti da domani dovranno tirare giù la serranda alle 18. La chiusura anticipata è infatti rimasta nel nuovo Dpcm, il ventiduesimo del premier Giuseppe Conte e il terzo nel solo mese di ottobre, firmato questa mattina. Dal vertice a Palazzo Chigi finito a notte inoltrata, la riunione tra il premier, i capi delegazione dei partiti e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia fissa una linea sotto la quale il governo non aveva intenzione di andare nella trattativa serrata con i presidenti delle Regioni. Unica concessione alle richieste dei governatori, che battevano i pugni per una chiusura alle 23, è stata l’apertura degli esercizi di somministrazione la domenica e i festivi. Decisiva sarebbe stata l’opinione degli esperti del Cts, che vedono nell’apertura domenicale un’alternativa utile per evitare la riunioni famigliari. In ogni caso al tavolo ci si potrà sedere al massimo in 4 persone, “salvo che siano tutte conviventi”. Ancora, dopo le 18 non sarà possibile consumare né cibi né bevande nei luoghi pubblici. Resta la possibilità di consegna a domicilio e di servizio da asporto, quest’ultimo fino alle 24. Stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse. Si fermano anche palestre, piscine, impianti sciistici, centri benessere e centri termali. Sospese pure le feste dopo i matrimoni.

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Altro fronte caldo è stato quello della scuola, per la quale il nuovo Dpcm prevede il ricorso dalla Didattica a distanza (Dad) anche oltre il 75% delle ore di lezione nell’anno scolastico e solo per le scuole superiori e l’università. I presidenti delle Regioni chiedevano che la quota potesse salire al 100%, così da alleggerire del tutto la pressione sui mezzi di trasporto già usati da quei lavoratori che non potranno usufruire dello smart working. Spettera a loro regolamentare.

Si potranno ancora svolgere i concorsi pubblici e privati. Nel testo firmato oggi è saltato il divieto previsto invece nella bozza. La versione definitiva “raccomanda fortemente” di “non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. Rispetto all’ultima bozza, tuttavia, salta la specifica secondo cui era raccomandato di non spostarsi “dal Comune di residenza, domicilio o abitazione”. Il punto, nel corso delle riunioni di ieri, era stato tra i più discussi anche perché nel governo circolava l’ipotesi del divieto di spostamenti tra le Regioni. Divieto che, nel testo firmato da Conte, non viene introdotto.

A parziale ristoro dei danni a favore delle attività che subiranno limitazioni, dalla ristorazione alle strutture sportive, passando per quelle dello spettacolo, il governo starebbe valutando delle misure di sostegno per un ammontare tra 1,5 a 2 miliardi di euro. Un punto sul quale i governatori avevano particolarmente insistito spinti anche dall’allarme che arriva dalle associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato. Altro punto disatteso da parte dei governatori resta quello dei tamponi, che vorrebbero effettuare solo per chi ha sintomi e per i contatti stretti con i soggetti positivi, che siano famigliari o conviventi.

Le norme contenute nel nuovo Dpcm entrano in vigore da domani 26 ottobre fino al 24 novembre.

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