KASTA DIVA

Poltrona "ad personam" alle Atp Finals, Appendino prepara la sua buonuscita

Atto Costitutivo e Statuto sembrano favorire la sua permanenza al vertice del Comitato promotore anche dopo la fine del mandato a Palazzo Civico. Così la sindaca prova ad assicurarsi un futuro nel mondo dello sport (e un posto d'onore nel Sistema Torino) - DOCUMENTI

Chissà se è stato Roberto Finardi, maestro di tennis di Chiara Appendino prima di diventare il suo assessore allo Sport, a insegnarle quand’è che si deve “forzare” per assicurarsi un game, un set o addirittura il match. Intanto lei il colpo vincente sembra averlo messo a segno, assicurandosi per i prossimi cinque anni la poltrona al vertice del Comitato per le Atp Finals, la kermesse che riunisce i migliori otto tennisti del mondo, in programma dal 2021 al 2025 nel capoluogo piemontese e che proprio la prima cittadina, va dato atto, ha voluto a ogni costo dopo essersi lasciata sfuggire le Olimpiadi invernali del 2026.

Il decreto istitutivo dell’11 marzo 2020 prevede che il board dell’ente promotore sia composto dal sindaco di Torino, cui spetta la presidenza, da un delegato della Regione Piemonte, vicepresidente, e poi da un rappresentante del Governo e da uno della Federtennis di Angelo Binaghi, la cui vice, neanche a dirlo, è proprio Appendino, dopo essere stata la prima eletta alle scorse elezioni federali. Al momento in cui si costituirà l’organismo, dunque, la sindaca sarà presidente in virtù del suo incarico istituzionale. Ma lei ha già annunciato la rinuncia a un secondo mandato e allora cosa accadrà quando sarà eletto il suo successore? A leggere il decreto pare che il legislatore abbia in animo di garantire la guida del Comitato al Comune che ospita l’evento, ma nell’Atto costitutivo allegato alla delibera che sarà sottoposta all’esame della Sala Rossa (domani verrà discussa nella seduta congiunta della prima e quinta commissione), è previsto, all’articolo 3, che i componenti del Comitato, una volta nominati, restino in carica per tutta la durata del Comitato stesso. Fino alla fine dell’evento e probabilmente anche oltre (basti pensare che l’Agenzia Torino 2006 è ancora viva e vegeta, di proroga in proroga, a 14 anni dalla fine delle Olimpiadi). Che Appendino stia tentando di assegnarsi, in questo modo, una sorta di buonuscita? Che lo stesso Binaghi, padre padrone del tennis italiano, voglia assicurarsi il controllo dell'ente attraverso il suo braccio destro in Federazione? Chissà.

Non è tutto. All’articolo 5 dell’Atto costitutivo e dello Statuto, inoltre, viene specificato che il presidente (a differenza del suo vice, di nomina regionale, sul quale nulla è scritto) “dura in carica sino alla delibera di scioglimento del Comitato”. Ben oltre il proprio mandato di sindaco, dunque. Pane per giuristi, insomma, e se due indizi sono solo una coincidenza ma tre diventano una prova, seguendo l’insegnamento di Agatha Christie, non sfugge che in nessuna delle carte allegate si fa riferimento alla natura “pro tempore” della carica elettiva e non viene indicato cosa accade in caso di decadenza del sindaco. Davvero strano.

Leggi qui lo Statuto del Comitato Atp Finals
Leggi qui l'Atto costitutivo del Comitato

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