La 500 rimette in moto il Paese

La Fiat 500E non è solo bella, è elegante, stilosa con una linea semplice che accentua la sua bellezza, ricorda molto la 500 di Dante Giacosa del 1957. Pensata e costruita a Torino con il coinvolgimento dell’indotto che ha ideato e prodotto anche gran parte delle linee produttive. Il tocco di classe è rappresentato dalla versione Tre+1. A noi interessa, però, che la 500E venda bene e molto, i suoi modelli più accessibili in termini di costo perché occorre fare volumi di produzione e di vendita.

La 500E ha segnato un passaggio epocale (stavolta per davvero) perché dopo l’esplosione del triennio 2013-2015 della produzione dei modelli Maserati a Grugliasco, segna la riconversione produttiva con una nuova mission insieme al risultato, inseguito lungamente, di avere ottenuto il rientro di tutti i lavoratori di Mirafiori  e Grugliasco.

Ovviamente tutti coloro che ci accusavano delle scelte fatte a suo tempo con gli accordi Fiat, definendo irraggiungibile la piena occupazione ora tacciono o sono saliti sul carro del vincitore. Infatti mi sto tenendo saldamente alla sponda del carro perché gli ultimi arrivati spingono e sgomitano per mettersi in mostra, come se fossero stati loro gli artefici della stagione sindacale dell’ultimo decennio in Fiat/Fca.

Da sindacalista ho portato a casa il risultato caparbiamente e orgogliosamente ora ci sono i sindacalisti pentiti e quelli senza memoria a pontificare, che solo ieri predicavano contro tutte le scelte sindacali fatte dalla Fim e dalla Fiat/Fca.

Pensandoci è persino “sociologicamente divertente” guardare i riposizionamenti repentini o striscianti di sindacalisti e similari.

Il futuro è nell’elettrificazione, citando Anfia “Il mercato auto con alimentazione alternativa totalizza 988.550 nuove immatricolazioni e una quota del 19,5% sul totale mercato (era del 9,8% a gennaio-giugno 2019). Nel primo semestre 2020 il mercato delle auto ricaricabili aumenta del 61,5% e quello delle auto ibride mild-full del 15,7%.”

Certo, se guardiamo i numeri assoluti sono ancora bassi ma la strada intrapresa è quella dell’alimentazione alternativa per rilanciare l’automotive anche in tempi di Covid e deve essere fonte di ripartenza del nostro territorio. È essenziale la scelta di Fca, su cui Stellantis deve proseguire, nel considerare Torino centro di eccellenza dell’elettrico in ogni sua versione. 

Sulle prospettive dell’auto legate alla tipologia di alimentazione va ricordato – anche alla nascitura Stellantis – che occorre, comunque, sempre guardare in ogni direzione: dall’elettrico, all’idrogeno, al diesel, all’ibrido anche con il diesel.

Il diesel subisce ancora forti penalizzazioni ma ci sono molte case automobilistiche, quasi una decina, che forniscono versioni elettrificate con il diesel.

Il diesel con l’ibrido funziona benissimo e a Torino abbiamo una punta di eccellenza nella sperimentazione e ricerca in tal senso con Punch. La generazione di diesel attuali risulta infatti essere più efficiente e più pulita rispetto ai motori a benzina. Accoppiando quindi un motore diesel ad un motore elettrico, ecco che si sommano i vantaggi delle due tecnologie. E Punch questo lavoro di ricerca, sviluppo, progettazione e in futuro anche di produzione lo realizza a Torino con la, colpevole, disattenzione di molti a partire dalle Istituzioni che hanno “giocato” negli anni scorsi con la guida autonoma.

Peraltro, se le vendite di veicoli ibridi è in costante aumento, la spinta maggiore l’hanno data le auto diesel elettrificate. A giugno dell’anno scorso in Italia sono state ben 1.675 le ibride a gasolio immatricolate, +2.000% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend confermato anche a luglio: +2.335% per 1.826 nuove targhe. Nei primi sei mesi del 2019 la quota di mercato è salita allo 0,6%. Mercedes-Benz, ad esempio, propone anche un modello in versione diesel plug-in: “Crediamo che sia la combinazione perfetta per chi si sposta in città durante la settimana, ma usa l’auto anche nei weekend e percorre più chilometri. Solo così si ha il massimo risparmio e si sfrutta l’efficienza del motore elettrico e di quello diesel”, spiegano gli ingegneri di Stoccarda.

La strada sindacale è stata lunga per arrivare alla mission di Torino sull’elettrificazione dei vari brand Fca di alta gamma, oltre alla Fiat 500E, per una mobilità sostenibile in città, augurandoci che la prossima amministrazione riveda il concetto di mobilità sostenibile in un giusto equilibrio tra auto e mezzi alternativi; insieme ai modelli “da autostrada” come le Maserati anche in versione ibrida, magari anche diesel-ibrida.

Siamo passati attraverso molti piani industriali in cui Marchionne prevedeva sempre varie alternative in base all’evolversi della situazione economica e industriale; siamo passati attraverso una crisi nata nel 2008 e mai finita a cui si è agganciata la pandemia mondiale. Siamo passati attraverso le avversità politiche, sindacali, comunicative dei mass media eppure la “barca ha retto”.

Rivedere varcare i cancelli della Fiat, alla storica “porta 2”, quegli operai che dal 2011, con il referendum, seppur tra mille perplessità e incognite sul futuro, ci hanno dato fiducia, è sapere di avere fatto qualcosa per questa Città, per questo territorio.

Per “gli altri” vale la canzone di Mina: “parole, parole, parole”.

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