Sui conti una Mole di brutte figure

Il Comune di Torino è stato escluso dalla sperimentazione ministeriale. Dopo aver chiesto di farne parte (per ottenere premi) non ha neppure risposto al ministero. Peggio ha fatto la Regione

“Sono esclusi dalla sperimentazione di cui all’articolo 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, i seguenti Comuni: 1) Torino, 2) Grazzanise, 3) Sospirolo, 4) Napoli, 5) Frosinone, 6) Porto Cesareo”. Ai più una frase di questo genere contenuta in un Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 13 luglio 2012 non dice nulla. Eppure, l’oscurità del linguaggio giuridico contiene un pesante giudizio di inaffidabilità dell’amministrazione comunale della Città.

 

Qualche chiarimento. Il decreto legislativo 118 del 2011 stabilisce che, a partire dal 2014, Regioni, Enti locali e tutti i loro organismi strumentali affianchino alla tradizionale contabilità finanziaria un sistema di contabilità economico-patrimoniale. Le ragioni più evidenti della disposizione sono almeno due. Prima ragione. La contabilità finanziaria si presta ad ogni trucco contabile e, quindi, non dà mai la certezza dell’esattezza dei conti; la contabilità economico-patrimoniale (che, per intenderci, è quella usata nelle aziende private) è più esatta e, se ben applicata, non consente artifici. Seconda ragione. L’introduzione della contabilità economico-patrimoniale nelle amministrazioni pubbliche è richiesta, da anni, dalle disposizioni europee nella materia; solo l’Italia tra tutti i paesi dell’Unione finora, furbescamente, si è sottratta, ma ora bisogna ottemperare, anche se si tentano ancora dilazioni. Per verificare se il metodo indicato dal decreto 118/2011 è concretamente applicabile e risponde alle esigenze conoscitive della finanza pubblica, è stato previsto un periodo di sperimentazione di due anni a partire dal 2012. Gli enti che avessero dichiarato la disponibilità a partecipare alla sperimentazione, avrebbero dovuto adottare, a conferma, un’apposita deliberazione di Giunta da inviare al Ministero entro il 20 gennaio 2012. Quindi, dal 1° gennaio 2012, erano tenuti ad incominciare ad applicare le nuove norme, secondo le direttive emanate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2011.

 

68 i Comuni virtuosi pronti a cimentarsi nella sperimentazione dei nuovi metodi contabili. Tra essi Torino. Per questi, fu anche previsto un sistema premiante (riduzione del concorso ai saldi di finanzia pubblica – art 30 legge di stabilità 2012, n. 183/2011). 62 sono partiti felicemente, 2 (Porto Cesareo e Sospirolo) hanno gettato dignitosamente la spugna, comunicandolo al Ministero. I 4 rimasti, e tra essi Torino, oltre a non aver cominciato ad applicare alcuna nuova norma, non si sono neppure degnati di rispondere alle sollecitazioni del Ministero che li invitava ad attivarsi. Di qui, ai sensi delle norme vigenti al riguardo, l’esclusione dalla sperimentazione, aggiungendo alla pessima figura anche la perdita del sistema premiante.

 

La tanto declamata efficienza riconquistata dalla Giunta Fassino magari scricchiola anche per questo. Episodio, d’altro canto, simile ad altri recentemente accaduti, nei quali è emerso l’assoluto disinteresse per le norme che ahimè!, piaccia o non piaccia, vanno rispettate. A maggior ragione se, per apparire virtuosi, si sono accettate volontariamente, salvo poi dimenticarsene con le conseguenze indicate nel decreto di esclusione. Il più volte annunciato rientro del Comune nel Patto di stabilità dovrà forse tenere conto anche di questo.

 

Città di Torino dunque esclusa. Ma in buona compagnia della Regione Piemonte che neppure si è offerta per la sperimentazione, che è stata affidata a: Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia. Eppure, Dio sa quanto ci sarebbe bisogno di mettere un po’ d’ordine nei conti comunali e regionali, visto lo stato pietoso in cui navigano. Evidentemente, l’importante non è essere primi ma dichiararsi tali… purtroppo sovente in maniera autoreferenziale.

 

Carlo Manacorda

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