CAMICI BIANCHI

"Medici di famiglia allo sbaraglio
in un sistema che non funziona"

Duro attacco della Fimmg all’assessore: “Icardi non scarichi le responsabilità”. L’inefficienza dei Sisp e una piattaforma Covid costellata di bug e intoppi. Venesia: “Situazione al collasso”. Scontro sull'approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali

“Siamo prossimi al collasso: quanto potremo reggere ancora a questi ritmi? Siamo pronti, da sempre, a fare i medici assumendoci il ruolo clinico che ci è proprio, ma la Regione deve invertire la rotta e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi deve pretendere che le nostre richieste vengano soddisfatte dai Servizi di Igiene Pubblica, dal Csi e dai laboratori, i veri ostacoli oggi ad una gestione efficace dell’emergenza che ancora non ha strabordato dagli argini del territorio solo grazie alla nostra azione vicariante”.

È una nota durissima quella della Fimmg, il principale sindacato dei medici di medicina generale, che con il suo segretario Roberto Venesia respinge seccamente le “attribuzioni di responsabilità ai medici di famiglia da parte dell’assessore sul mancato approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali”, ma denuncia le gravissime carenze sul fronte del procedimento per i tamponi Covid e le altrettanto gravi mancanze sul fronte della medicina territoriale, nonostante le promesse e gli annunci dei mesi scorsi.

“La Fimmg del Piemonte si fa interprete dell’indignazione espressa da tutta la categoria dei medici di medicina generale – si legge nella nota – dopo le affermazioni dell’assessore che ha riversato la responsabilità dei gravi disagi legati al mancato approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali sui medici di famiglia, medici che dovranno gestire le conseguenze di un’ulteriore inefficienza del sistema dovendo riorganizzare i calendari per gli accessi in sicurezza dei propri assistiti, con ulteriore frustrazione dei medici e rabbia dei cittadini”. Per Venesia, questa è “è solo l’ultima delle gravi carenze strutturali che stanno rendendo insostenibile il nostro lavoro di ogni giorno. La medicina generale, unico servizio del territorio che non ha mai chiuso né riconvertito la propria attività garantendo l’assistenza a trecentosessanta gradi nonostante la grave crisi sanitaria, è prossima al collasso per il carico estenuante di compiti non dovuti, di cui altri avrebbero dovuto occuparsi”.

Il sindacato ricorda come “è sotto gli occhi di tutti l’inefficienza dei Sisp, cui la legge assegna tutte le funzioni di sorveglianza, di tracciamento dei contatti, di gestione tempestiva dei tamponi dalla prenotazione alla verifica degli esiti, nonché la necessaria disposizione dei provvedimenti di quarantena, funzioni svolte con ritardi tali da lasciare gli assistiti in attesa di risposte che sembrano non arrivare mai”. E proprio a questa inefficienza acclarata fin dalle prime settimane dell’epidemia e nonostante ciò ancora attuale, i medici di medicina generale hanno cercato di sopperire con un ulteriore impegno e una serie di richieste.

“Per dare supporto ai propri pazienti abbandonati da un sistema che non regge, stanno facendo ben oltre il proprio dovere, richiedendo direttamente i tamponi, isolando i contatti, prenotando direttamente i test per la guarigione dei pazienti ormai asintomatici che diversamente resterebbero abbandonati nel loro isolamento senza fine, certificando una guarigione e un rientro in comunità che solo il Sisp, se solo lo facesse, potrebbe decretare”. E poi ancora “una piattaforma informatica che nelle intenzioni avrebbe dovuto snellire il lavoro, ma che nella realtà drammaticamente lo amplifica, poiché costellata di bug, rallentamenti, aggiornamenti che invece che migliorare la fruibilità la peggiorano, priva di automatismi che semplificherebbero ogni funzione, piattaforma su cui il medico per tutto l’arco della giornata tenta disperatamente di caricare dati, modificare anagrafiche obsolete, inserire sintomi già inseriti tre volte, prenotare tamponi su agende già esaurite, verificare uno per uno gli esiti dei tamponi in assenza di notifiche per quelli negativi, e poi di nuovo, da capo, per il paziente successivo, dal mattino alla sera, dal lunedì alla domenica”.

Un quadro desolante e allarmante al contempo. Intanto, è arrivata la campagna vaccinale contro l’influenza, “la più massiccia mai attuata”, ulteriore incombenza per i medici di famiglia. Ai quali “non resta più spazio per il principale compito della medicina generale, e cioè garantire una assistenza clinica ad una popolazione anziana e fragile, le cui patologie croniche e oncologiche non sono miracolosamente guarite di fronte al Covid ma che richiedono quotidiano ascolto e cura”. E il potenziamento della medicina territoriale? “Tanto sbandierato, ma nessuna traccia. Non sono arrivati gli stanziamenti per il personale e per la piccola tecnologia già richiesti durante la prima ondata, a fatica arrivano supporti indispensabili come i Dpi. Alla luce di ciò – scrive il segretario della Fimmg – non solo ci aspettiamo una totale e completa revisione delle parole dell’assessore Icardi, ma anche la solidarietà per una categoria lasciata sola nella bufera”.

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