ECONOMIA DOMESTICA

Il Covid contagia pure l'agricoltura

Il calo generalizzato della domanda, dovuto al lockdown di primavera, ha ridotto gli affari e riempito i magazzini, aumentando la quantità di prodotti invenduti. Confagricoltura: "Sfruttare al meglio i fondi europei". I dati di un'annata difficile

Arriva San Martino e anche per gli agricoltori è tempo di tirare le somme. Il settore primario, come tutti gli altri seppur in modo meno traumatico, è stato contagiato dal Covid. L’emergenza sanitaria ha acuito le difficoltà del comparto, già fortemente indebolito da una crisi decennale, che ha subito un calo generalizzato della domanda, in particolare per quanto riguarda carne suina e bovina e latte fresco, a causa del prolungato lockdown primaverile. Il colpo – dice Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – è stato accusato pesantemente anche dal comparto vitivinicolo, che oggi fa registrare giacenze in cantina superiori al livello fisiologico e guarda con preoccupazione ai prossimi mesi, periodo tradizionale di feste che quest’anno si terranno sicuramente in forma limitata.

A lanciare l’allarme è Confagricoltura, secondo cui “in questo contesto diventa indispensabile favorire la competitività delle imprese, consolidare le strutture aziendali, non trascurare gli investimenti in innovazione e sviluppo, assicurare una promozione coordinata del nostro agroalimentare in Italia e all’estero”. Serve una risposta di sistema, per un comparto strategico soprattutto in una regione come il Piemonte, che oltre al mercato interno fonda la propria economia sulle esportazioni.

Diventa perciò indispensabile, secondo Confagricoltura, sfruttare tutte le risorse a disposizione, a partire da quelle del programma di sviluppo rurale che continua a manifestare forti deficit per quanto riguarda la capacità di spesa: la chiusura del periodo di programmazione è fissata al 31 dicembre e anche se sarà possibile effettuare successivamente i pagamenti già impegnati, al 30 settembre erano stati erogati soltanto il 55% dei fondi a disposizione per il periodo 2014-2020. Confagricoltura Piemonte ha già manifestato alla Regione le preoccupazioni degli imprenditori agricoli, chiedendo di accelerare la conclusione delle istruttorie avviate e la liquidazione dei contributi alle aziende.

Per quanto riguarda la prossima programmazione Confagricoltura ha avanzato alla Regione una serie di proposte, che puntano al rafforzamento delle imprese e al sostegno a progetti immediatamente cantierabili, che per fortuna ci sono. Per l’organizzazione degli imprenditori agricoli è necessario uno sforzo comune, nel quale deve prevalere il senso di responsabilità per far ripartire, proprio con l'agroalimentare, la nostra economia in modo da far crescere l’occupazione e assicurare una giusta remunerazione per gli agricoltori che operano sul territorio.

Se da una parte si evidenzia un andamento positivo delle produzioni vegetali, con prezzi in rialzo – ma non ancora a livelli ottimali – per i cereali, c’è da registrare un raccolto non abbondante per la frutta, seppur  con produzioni di alta qualità. Ottima la vendemmia. L’emergenza Covid, invece, manda in crisi il comparto zootecnico: prezzi giù per polli, suini, latte e per la carne di razza piemontese. Scarso il raccolto di miele.

Per quanto riguarda l’andamento delle produzioni vegetali – chiarisce Confagricoltura – il raccolto di grano tenero è stato scarso (dal 10 al 15% in meno rispetto al 2019), con prezzi in rialzo da settembre, a livello soddisfacente. Produzioni in calo anche per l’orzo, che in alcune zone registra perdite di rese del 20-30%. Ottime qualità e produzioni abbondanti per il mais, con prezzi in rialzo. Annata difficile per il riso: le zone di produzione sono state colpite da una violenta grandinata il 24 settembre, al confine tra Pavia e Novara, e delle fortissime piogge cadute il 2 e 3 ottobre: la produzione sarà inferiore di circa il 10 - 15% rispetto l'anno scorso. Il raccolto è di buona qualità e i prezzi sono interessanti. Buona la produzione di leguminose, con prezzi incoraggianti per la soia.

Nel comparto frutticolo produzioni in calo, fino al 40% in meno rispetto al 2019, per pesche e nettarine, con qualità e prezzi soddisfacenti. Bene anche albicocche e susine, mentre per il kiwi continuano a registrarsi problemi fitosanitari agli impianti; i danni da gelo primaverile hanno ridotto la produzione. Soddisfacente la produzione di nocciole, ma con prezzi cedenti rispetto all'anno scorso. Buono il raccolto di castagne e di piccoli frutti; tiene la produzione di fragole, con la diffusione di coltivazioni fuori suolo.

Interessante la produzione orticola, con vistosi incrementi dei consumi e dei prezzi. Buona la campagna 2020 del peperone di Carmagnola, seppur con una produzione leggermente in calo rispetto all'anno scorso. Annata eccellente, favorita dal buon clima estivo, per le coltivazioni foraggere e per i pascoli montani. Ottima la vendemmia, con produzioni nella media e qualità eccellente, soprattutto per i vini rossi.

Sul fronte degli allevamenti zootecnici Confagricoltura evidenzia che sono aumentate le produzioni di carne avicole. Dopo l'innalzamento dei prezzi in primavera per il lockdown, a settembre il prezzo dei polli da carne era in flessione del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Buona anche la produzione di uova di galline, in aumento di quelle allevate a terra.

Per quanto riguarda i bovini da carne l'emergenza sanitaria Covid-19 ha impattato pesantemente sui consumi e sui prezzi. Con il blocco del canale della ristorazione i danni maggiori si sono registrati nel comparto degli allevamenti di razza Piemontese: i bovini sul mercato all’ingrosso hanno ridotto di circa il 40% il prezzo rispetto all'anno precedente. In difficoltà anche il mercato del latte bovino: anche in questo caso l'emergenza sanitaria ha fatto diminuire il consumo di latte fresco e i produttori hanno perso circa il 20-25% del prezzo rispetto all'anno scorso.

In crisi anche il mercato dei suini: oggi gli allevatori producono ben sotto i costi di produzione. Scarsa la produzione di miele, a causa del meteo instabile e delle conseguenti fioriture intermittenti nel periodo primaverile. La prima: sono sempre più gravi i danni provocati dai selvatici, cinghiali in particolare, alle coltivazioni agricole: la proliferazione eccessiva di questa specie va contenuta in ogni modo.

Infine l'ultima alluvione di inizio ottobre ha purtroppo confermato che il clima sta cambiando e che è necessario fronteggiare questa emergenza con un impegno concreto: bisogna assicurare un'adeguata manutenzione a fiumi e torrenti, favorire il ripristino delle reti irrigue minori, investire per la creazione di invasi. Per Confagricoltura è tempo di superare i blocchi ideologici che paralizzano gli interventi sul sistema idrogeologico per favorire una vera tutela dell'ambiente naturale e delle attività agricole che sono il vero presidio del territorio.

print_icon