VERSO IL 2021

Centrosinistra torinese in panne,
anche i civici non sanno che fare

Le tante (troppe) sigle della cosiddetta società civile sperano che il Pd tolga le castagne dal fuoco sulla scelta del candidato sindaco. Stoppato l'endorsement per il rettore Saracco. Passoni: "Allargare le consultazioni oltre il perimetro dei partiti"

Ora tocca al Pd. È il primo partito della coalizione a dover indicare la strada verso Torino 2021, a individuare il percorso alternativo nel caso (più che probabile) in cui le primarie non si potessero svolgere. A parte qualche goffa fuga in avanti, è questa l’unica certezza emersa dall’ultima riunione, rigorosamente da remoto, tra i rappresentanti di un autoproclamato polo civico in cui, a dire il vero, i poli restano tanti e nessuno è pronto a riconoscere nell’altro il proprio rappresentante. Ieri, in collegamento, c’erano tutti o quasi gli esponenti di questo variopinto rassemblement: dall’imprenditore Federico De Giuli al consigliere comunale Francesco Tresso (che hanno convocato la riunione), dal capogruppo della lista chiampariniana Monviso in Regione Mario Giaccone all’ex assessore di Palazzo Civico Gianguido Passoni, passando poi per Elena Apollonio di Demos, Pierluigi Ubezio di NexTo, Giorgio Diaferia di Torino Viva (che, evidentemente, dopo gli abboccamenti con Azione di Carlo Calenda ha deciso di andare avanti da solo), Luciano Lenotti di Osservatorio 21. Tante (troppe) sigle, il cui numero di rappresentanti è “inversamente proporzionale al peso politico”, ammette con una punta di soave malizia uno di loro.

All’esponente di Osservatorio 21 viene riferito il tentativo di premere sull’accelerato in direzione del rettore del Politecnico Guido Saracco, iniziativa subito stoppata in quanto ritenuta dai più prematura: “Nessuna decisione può essere presa prima del 24 novembre, la data in cui il Pd ha convocato gli alleati per stabilire come procedere per individuare il candidato sindaco” ha fatto notare Giaccone. L’importante, è stato inoltre specificato, è che ora il Pd si prenda sulle spalle il centrosinistra e si assuma l’onere e l’onore di stabilire come procedere.

Tra i presenti tante sensibilità e storie diverse che non è detto riescano a fondersi insieme e soprattutto a individuare una posizione univoca. Anzi. Non è un mistero, per esempio, che in Capitale Torino il vento spiri verso corso Duca degli Abruzzi, così come allo stesso tempo c’è chi oggi preferirebbe una soluzione più “politica”. Per Passoni “qualunque sia il candidato che verrà scelto sarà una decisione politica e in questo senso io sosterrò chi rappresenterà una totale discontinuità con le politiche, le scelte e le prassi di questi cinque anni targati Chiara Appendino e Movimento 5 stelle”. L’ex assessore al Bilancio di Piero Fassino e Sergio Chiamparino è l’unico, assieme a Giaccone, che cinque anni fa ebbe la forza di mettere in piedi una lista – Progetto Torino – per Palazzo Civico e le otto circoscrizioni del capoluogo pur non riuscendo a eleggere un rappresentante e da alcune settimane sta incontrando, assieme agli attivisti dell’omonima associazione, i papabili candidati a sindaco: da Luca Jahier a Stefano Lo Russo, da Saracco a Mauro Salizzoni, il mago dei trapianti, vicepresidente del Consiglio regionale, che qualora saltassero le primarie potrebbe tornare in gioco per tentare di occupare il piano nobile del palazzo comunale.

Anche sull’ipotesi di costruire un’unica lista civica a sostegno del candidato sindaco – chiunque sarà – alle accelerazioni di alcuni sono corrisposte le frenate di altri: “Troppo presto per parlarne”. Prima il centrosinistra dovrà individuare un percorso per scegliere il proprio candidato e in questo senso il tempo stringe: “Se non ci saranno primarie l’unica soluzione è quella che il Pd estenda le proprie consultazioni ben oltre il recinto politico – sostiene Passoni –: sindacati, industriali, commercianti, professionisti, artigiani, comitati spontanei e associazioni. Si ascolti la città e si decida”. Il tempo stringe.

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