VERSO IL 2021

"Per Torino vedrei bene Porchietto"

In una telefonata al governatore Cirio Berlusconi chiede un report sulla situazione politica della città e un profilo della deputata. "L'altra volta abbiamo candidato Napoli oggi vogliono mettere Damilano, nomi che non portano bene", scherza (ma non troppo) il Cav

E a un certo punto Silvio Berlusconi ha detto: “Guido Bertolaso a Roma e Claudia Porchietto a Torino”. Due nomi secchi, pronunciati venerdì dal Cav nel suo breve intervento nella videoconferenza dei dirigenti nazionali azzurri sulle prossime comunali nelle grandi città. E, superata la sorpresa, subito la memoria è andata alla battuta che viene attribuita a Berlusconi a proposito della competizione elettorale sotto la Mole: “La scorsa volta abbiamo candidato Napoli, questa volta Damilano, non è che porta troppo bene”. Che sia apocrifa o autentica, per un pioniere come lui del marketing politico è verosimile lo sconcerto di fronte a quei rimandi geografici.

Vuoi vedere che “il nostro Presidente” non dà affatto per scontata la discesa in campo dell’imprenditore langarolo?, si son detti i capataz azzurri piemontesi. Di sicuro c’è il nome della deputata torinese che Berlusconi ha indicato ai suoi, insieme a quello dell’ex capo della Protezione Civile, come i due candidati per le città in cui Forza Italia, con il suo leader in gran spolvero e maggior peso  dopo l’operazione da manuale (politico) che ha portato Lega e Fratelli d’Italia a votare (controvoglia) lo scostamento di bilancio, parrebbe intenzionata a dire la sua.

Altrettanto sicuro è che Paolo Damilano, dopo lunghe riflessioni, ha autorizzato Matteo Salvini a spendere il suo nome a servizio di tutta la coalizione di centrodestra. Il problema, però, è che a dispetto delle intenzioni (e degli accordi) di preservarne il tratto “civico”, la candidatura ha sempre più il marchio di parte, quello dell’imprimatur leghista. Inoltre, il ritiro del rettore del Politecnico Guido Saracco cambia anche lo schema della partita che, adesso, vedrà quasi certamente un politico a correre per il centrosinistra. La conseguenza è che Damilano potrebbe pagare quello che fino a pochi giorni fa sarebbe stato un atout, ovvero quell’essere un neofita della politica e, soprattutto, dell’amministrazione. Perplessità che non vengono troppo nascoste neppure da Fratelli d’Italia e con il peso di un personaggio come Guido Crosetto. Parrà strano, ma anche nella Lega inizia a farsi largo il timore di ritrovarsi nella stessa situazione del Pd, qualora Damilano dovesse sfilarsi all’ultimo. Con l’aggravante di aver bruciato anvor più tempo. Le lunghe titubanze, il passo indietro dell’imprenditore poi stoppato da un incalzante Salvini, alimentano cattivi presagi. 

Poche ore dopo il confronto in remoto di venerdì scorso, Berlusconi ha telefonato ad Alberto Cirio e gli chiesto, in tempi brevi, una relazione dettagliata sulla situazione politica e amministrativa del Comune di Torino che il governatore, lavorando in sinergia con il coordinatore regionale Paolo Zangrillo, invierà ad Arcore oggi stesso. Ma non si è fermato a questo. Il Cav vuole dal presidente della Regione anche una valutazione sul profilo della Porchietto. Un report che viene letto come un deciso passo avanti del leader di Forza Italia, rispetto a quella che in altre occasioni sarebbe stata liquidata come semplice tatticismo.

Che qualcosa sia cambiato negli ultimi giorni nel rapporto e negli equilibri all’interno del centrodestra è evidente, che questo possa riverberarsi sulle trattative per le candidature nella principali città è più che probabile. Guardando al passato, anche recente, nella Lega devono aver imparato a non sottovalutare il Cav. Poco meno di due anni fa Damilano era il candidato in pectore, sempre per il partito di Salvini: quella volta per la Regione. Molti rubricavano come superata l’incoronazione che con enorme anticipo Berlusconi aveva riservato proprio a Cirio quale futuro governatore. Com’è andata a finire si sa. L’imprenditore dell’acqua e del vino non la prese bene, ma il Cav alla fine concretizzò quella sua scelta annunciata molti mesi prima, portando a correre e a vincere l’uomo al quale adesso ha chiesto il stilare il profilo della deputata che non disdegnerebbe vedere come futuro sindaco di Torino.

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