ESCLUSIVO

A Torino centrosinistra avanti, duello Lo Russo-Porchietto

Nel primo sondaggio Pd e alleati distanziano di 7 punti il centrodestra. Tra l'elettorato pare non faccia grande presa l'opzione civica, in entrambe le coalizioni vengono premiati candidati sindaco politici. I "pentiti" di Appendino e la domanda di cambiamento

Chi l’avrebbe mai immaginato che dopo tanto arrovellarsi da parte dei partiti, per scovare un candidato “civico”, alla fine i più popolari tra i papabili a fare il sindaco di Torino sono proprio due politici. Si tratta del capogruppo Pd in Sala Rossa Stefano Lo Russo e della deputata di Forza Italia Claudia Porchietto. Se fossero loro due i prescelti dai rispettivi schieramenti prevarrebbe il primo, grazie a una maggiore solidità del centrosinistra, ma anche (sorpresa) alla sua capacità di intercettare il voto grillino al ballottaggio, dove un elettore pentastellato su tre, virerebbe proprio sul candidato dem. Fuori dai giochi il Movimento 5 stelle: la maggioranza dei torinesi (e pure degli stessi ex elettori di Chiara Appendino) si dichiarano insoddisfatti di questa amministrazione. E infatti, secondo la maggioranza assoluta di essi, la città “ha decisamente bisogno di cambiare”: una quota superiore di 12 punti di coloro che nel 2016 auspicavano una discontinuità.

A certificarlo è un sondaggio di Swg, commissionato dal notaio Andrea Ganelli, da tempo promotore di un think tank sulla città, e dato in esclusiva allo Spiffero.  

LA POPOLARITÀ DEI CANDIDATI – Porchietto risulta in assoluto la più popolare tra tutti i potenziali candidati: il 39 per cento degli intervistati ha dichiarato di conoscerla, contro il 28% ottenuto dal rettore del Politecnico Guido Saracco, che al momento dell’indagine non si era ancora sfilato, e il 27% ex aequo per Lo Russo e Mauro Salizzoni, quest’ultimo vicepresidente del Consiglio regionale, dopo una vita trascorsa tra i ferri in sala operatoria. Dietro ancora l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone (26%) e l’imprenditore Paolo Damilano (17%), aspirante primo cittadino per la Lega. L’unico esponente del M5s testato Alberto Unia, responsabile dell’Ambiente nella giunta Appendino, è conosciuto dal 15% dei torinesi, così come il numero due dell’assemblea cittadina Enzo Lavolta (Pd). Manca il sottosegretario Andrea Giorgis, che quando è stata realizzata la rilevazione non era ancora tra i possibili candidati.

COALIZIONI A CONFRONTO - Il sondaggio – effettuato su un campione di 700 soggetti maggiorenni residenti a Torino consultati tra il 2 e il 6 novembre, mediante interviste telefoniche con metodo Cati-Cami e on line con metodo Cawi – ha testato anche la forza delle coalizioni in campo e dei rispettivi partiti. Il centrosinistra risulta avanti, con il 44,5%, il centrodestra insegue al 37,5%. Crolla il Movimento 5 stelle, fermo all’8,5%, poco più di un quarto rispetto alla percentuale ottenuta nel 2016, quando Appendino, a sorpresa, vinse le elezioni contro Piero Fassino. Il primo partito è il Pd (28,5%), davanti a Lega (17,5%) e FdI (11).  

TESTA A TESTA TRA I CANDIDATI - In un ipotetico testa a testa tra Lo Russo e Porchietto, l’esponente del Pd otterrebbe il 43% dei voti contro il 37% della deputata azzurra; decisamente distaccato il grillino Unia (9%) e un eventuale candidato della sinistra (5%). A un generico “altri” viene assegnato il 6%. Questo vuol dire che il candidato di centrosinistra, qualunque esso sia, se sarà capace di presentarsi con una coalizione compatta che comprenda anche l’ala più massimalista potrebbe potenzialmente sfiorare il successo al primo turno. Si tratta di sondaggi, peraltro con candidati ancora solo sulla carta e per questo vanno presi per quello che sono, ma intanto forniscono alcune interessanti indicazioni.

GLI ELETTORI M5S - A partire dall’orientamento di coloro che quasi cinque anni orsono scelsero Appendino. L’indagine indica che solo il 17% è disposto a confermare il proprio voto a favore del M5s; un altro 14% sceglierebbe Lo Russo, il 19% si rivolgerebbe verso il centrodestra, e quindi Porchietto, il 12% cercherebbe soddisfazione in altri candidati mentre il 38% risulta ancora indeciso o dichiara di volersi astenere. Uno scenario che dimostra lo spaesamento di chi aveva riposto tante speranze di cambiamento nella sindaca pentastellata e che nella stragrande maggioranza sembra essersi pentito della propria scelta. Un’altra sorpresa, rispetto alla vulgata diffusa nel centrosinistra, è l’appeal di Lo Russo in un eventuale secondo turno, soprattutto sugli elettori del M5s: più di uno su tre sceglierebbe lui mentre solo il 4% virerebbe a destra, dimostrazione di come lo zoccolo duro del M5s resta fondamentalmente un elettorato di sinistra o centrosinistra. La maggioranza assoluta, tuttavia, oltre il 60 per cento si divide tra indecisi e astenuti.

IL GIUDIZIO SU APPENDINO - Tra chi ha votato Appendino al primo turno, il 38% si definisce “pentito” e ammette di aver sbagliato, il 34% si dichiara “contento di come ha lavorato” la sindaca e quindi pronto a confermare la propria scelta, mentre il 20% risponde di “non essere contento ma confermerei la scelta”. Il pentimento di alcuni si manifesta anche quando il sondaggista ha paragonato le amministrazioni di Fassino e Appendino: per il 49% dei torinesi era “meglio quella di Fassino”, per il 29% sono sostanzialmente uguali e solo il 16% sostiene che l’attuale prima cittadina abbia fatto meglio del suo predecessore.

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