VERSO IL 2021

Damilano corre per la Lega,
ma cerca una veste civica

L'imprenditore acqua&vino conferma quel che aveva già annunciato a Salvini: si candida a sindaco di Torino. Ora spetterà al tavolo del centrodestra dare il via libera. Ma nella coalizione, a livello locale e nazionale, crescono le perplessità

“Ho deciso di mettermi al servizio della nostra Torino e di candidarmi a sindaco con un progetto civico e con una squadra che cresce di giorno in giorno e aperta a chi crede nel futuro e nel cambiamento. Una sfida da cittadino per la sua città, per restituire a Torino, la nostra Torino, quanto ho ricevuto in questi anni”. Così l’imprenditore Paolo Damilano annuncia ciò che si sapeva ormai da giorni, ovvero la propria disponibilità a candidarsi a sindaco di Torino. Un segreto di Pulcinella: da mesi, infatti, il suo nome era indicato tra quelli più accreditati in area centrodestra, ma questa sua accelerazione sarebbe dettata dallo spauracchio di possibili competitor che nella coalizione potrebbero emergere. Anzi stanno già emergendo. Come la deputata di Forza Italia Claudia Porchietto, apprezzata in modo trasversale nel capoluogo piemontese e data come la più popolare tra i potenziali sindaci di Torino da un sondaggio della Swg. Pure in Fratelli d’Italia, oltre alla nota contrarietà di Guido Crosetto, non sono molti i fans, tant'è che alcuni esponenti della generazione Atreju (Augusta Montaruli e Maurizio Marrone), sottotraccia, starebbero lavorando alacremente per sbarrargli la strada. E allora meglio provare a bruciare i tempi.

“Stiamo vivendo un momento drammatico e Il 2020 sarà ricordato al pari degli anni delle peggiori guerre della nostra storia, una situazione aggravata dalla gestione sciagurata del lockdown da parte del governo” dice Damilano, 55 anni, ceo dell’azienda di famiglia che produce Barolo da tre generazioni a cui negli ultimi anni ha affiancato il business dell’acqua minerale con il marchio Valmora e la gestione di alcuni locali del centro di Torino. A metà novembre l’imprenditore ha comunicato a Matteo Salvini – il suo sponsor al tavolo della coalizione – di essere disponibile a scendere in campo ma allo stesso tempo aveva chiesto riservatezza attorno al suo nome. Sforzo vano, la notizia è filtrata di lì a poche ore. “Le prossime generazioni ci giudicheranno su come abbiamo gestito questa emergenza sanitaria e probabilmente il loro giudizio sarà negativo – aggiunge Damilano, che è anche presidente della Film Commission Piemonte –. Non possiamo permettere che lo stesso accada per come avremo sostenuto il rilancio dell'economia del territorio e per come saremo intervenuti per restituire alla nostra città il posto che merita nel panorama nazionale e internazionale. Serve una svolta, serve un cambio di rotta, capace di superare la contrapposizione tra centro e periferia, di ricostruire la fiducia e in grado di offrire opportunità progetti e strategie per riportare al primo posto il lavoro. Motore fondamentale di rilancio”.