POLITICA & PROPAGANDA

"Il Piemonte non è Bibbiano"

Dei 60mila minori in carico ai servizi sociali solo il 3,5 per cento è seguito lontano dalla famiglia di origine. La relazione delle minoranze a Palazzo Lascaris: "Il nostro sistema è un faro nazionale". Ma il centrodestra tira dritto: "Troppi allontanamenti per ragioni economiche"

Dei 60mila minori che, a fine 2018, erano in carico ai servizi sociali, pari al 9 per cento della popolazione minorile, solo il 3,56 per cento è seguito fuori dalla famiglia, il restante 96,4 per cento lo è all’interno del proprio nucleo familiare. E dei 2.597 minori seguiti fuori da famiglia, il 58% degli allontanamenti riguarda minori stranieri non accompagnati (17,6%), affidamenti comunque intra-familiari (24,6%) o affidamenti consensuali (15,82%). È quanto emerge, al netto di tanta speculazione politica, dalla relazione conclusiva dei gruppi di minoranza in Consiglio regionale dell’indagine conoscitiva sulla tutela dei minori in Piemonte.

“Il centrodestra – ricorda la relatrice Monica Canalis (Pd) – aveva costruito una narrazione che descriveva il Piemonte come una regione con troppi allontanamenti dalla famiglia di origine, troppo facili e per motivi esclusivamente economici. I dati raccolti in un anno e mezzo dimostrano esattamente il contrario. Non solo – spiega – emerge che si privilegia l'accompagnamento in famiglia e che, quando si è costretti a seguire i minori fuori, lo si fa cercando il consenso della famiglia d’origine, ma anche che in nessun caso in Piemonte si è allontanato per ragioni esclusivamente economiche e che quando c’è questo tipo di difficoltà si interviene con altri strumenti”.

Un’analisi che risponde alle iniziative della maggioranza di centrodestra che ha esordito con lo striscione sulla facciata del palazzo della Regione “Verità su Bibbiano” da cui è scaturito il disegno di legge Allontanamento Zero, approvato in giunta e in attesa di approdare in aula.

Dalla relazione delle opposizioni in Regione Piemonte sulla tutela dei minori emergono, inoltre, alcune situazioni in aumento, come le separazioni conflittuali e l’incidenza del background migratorio sugli allontanamenti. “Un bimbo straniero ha quattro volte la possibilità di andare in affidamento extra familiare rispetto a uno italiano – spiega Canalis – è quindi necessario investire in professionalità specializzate e progettualità mirate”. Il documento contiene poi alcune proposte per rafforzare il sistema che deve necessariamente partire, secondo le opposizioni, da un aumento dei fondi.

A firmare il documento sono stati Pd, M5s, Moderati, Luv e Lista Monviso, concordi nel definire quello della tutela dei minori in Piemonte, “un sistema sano ricco di professionalità – sottolineano Raffaele Gallo (Pd) e Mario Giaccone (Lista Monviso) – e con una solida normativa, ma affaticato, che ha bisogno di risorse, umane e materiali, e di essere sostenuto. Un sistema che non va smontato o ripensato in termini generali perché è un faro nel panorama nazionale”. Per Silvio Magliano (Moderati) e Marco Grimaldi (Luv) “la grave narrazione del centrodestra di un Bibbiano Piemonte è stata un boomerang e oggi viene definitivamente superata. Bisogna sostenere e ridare fiducia a un sistema su cui, purtroppo, proprio quella narrazione aveva messo un velo che non meritava”. La relazione sarà ora portata in Consiglio, probabilmente già nella prossima seduta.

“Le minoranze hanno forse un paraocchi ideologico per non vedere la realtà? Ignorano volutamente che il Piemonte ha il dato record di allontanamenti di minori dalle famiglie e che sono pochissimi in percentuale quelli motivati da maltrattamenti e abusi?” replicano l’assessore Maurizio Marrone e la consigliera leghista Sara Zambia. “Anche il dato che sottolineano sulla quantità di minori stranieri non accompagnati – prosegue Marrone –, guarda caso quasi tutti in comunità e pochissimi in famiglie affidatarie, conferma quanto business ci sia in queste realtà a discapito della presunta e sbandierata solidarietà”. “Sugli affidamenti – prosegue Zambaia, relatrice di maggioranza della relazione sull’indagine dei minori – le opposizioni vogliono narrare una realtà di parte che è anche un incomprensibile arrampicarsi sugli specchi”. “Il rigore della nostra indagine – concludono i due – non può prescindere dal fatto che il 53% degli allontanamenti decretati nella nostra Regione sia motivato per ragioni di accuratezza, termine nel quale rientrano anche le motivazioni economiche. Ovvero ragioni che non si distolgono molto da quanto avveniva nel sistema Bibbiano”.

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