IMPRESA

Industria, la ripresa sarà lenta

C'è ancora molta incertezza e cautela tra le imprese piemontesi: solo il 15,7% prevede un aumento della produzione. La situazione peggiore è nei servizi. Prevale un clima di attesa. Gay (Confindustria): "Torneremo ai livelli pre-crisi non prima del 2023"

Continua a prevalere l’incertezza e la cautela fra le imprese di Torino e del Piemonte. Qualche segnale di miglioramento riguarda solo la cassa integrazione, in lieve calo, e gli investimenti, in aumento di 4 punti percentuali. Emerge dall’indagine congiunturale sulle previsioni degli industriali relative al primo trimestre 2021, realizzata a dicembre, su un campione di oltre 1.200 imprese, da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriale di Torino. Gli indicatori non si discostano molto da quelli di settembre: oltre la metà delle imprese non segnala infatti variazioni. La situazione appare diversa tra manifattura e servizi: nel primo caso gli indicatori sono allineati o lievemente più favorevoli rispetto a settembre, mentre nei servizi il clima di fiducia peggiora, soprattutto a Torino.

Nel comparto manifatturiero la maggioranza delle imprese (58,1%) non si aspetta variazioni per la produzione, solo il 15,7% prevede un incremento: il saldo (-10,5 punti percentuali) migliora di un punto rispetto a settembre. Sono analoghe le previsioni sugli ordinativi e si attenua la caduta dell’export. Aumenta il tasso di utilizzo degli impianti, che guadagna un punto rispetto a settembre, ma resta al di sotto della media storica, mentre è negativo l’andamento della redditività. Migliora la situazione pagamenti: la percentuale di imprese che segnalano ritardi diminuisce di oltre 7 punti, dopo il miglioramento di quasi 20 nel trimestre scorso. Cala (oltre 4 punti) il ricorso alla cassa integrazione (35%), che rimane comunque elevato. “L'obiettivo realistico è un ritorno ai livelli di attività pre-crisi nel 2023”, commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay.

Nella maggior parte dei settori prevale un clima di attesa, con indicatori ancora recessivi sia pure migliori di quelli rilevati a settembre. È il caso del tessile-abbigliamento e della carta grafica. Nell'alimentare il peggioramento riflette le stagionalità del comparto, dopo il boom natalizio. Stabilità nel comparto automotive. Tra le province il clima di fiducia peggiora ad Asti e Vercelli. “Ci troviamo - osserva Gay - in una fase di attesa e incertezza. È quindi chiaro che il recupero a livello economico avverrà in modo non graduale. L’obiettivo realistico è un ritorno ai livelli di attività pre-crisi nel 2023. Fino ad allora manifattura, automotive, infrastrutture e tecnologia vanno difesi e rafforzati, puntando sui progetti strategici di grande impatto che il nostro territorio sta portando avanti e che potranno essere realizzati anche grazie al programma Next Generation Eu, che confidiamo tenga il Piemonte in grande considerazione. Si tratta dello strumento perfetto per avviare la transizione, la ripartenza e la ripresa di questo territorio. Un percorso in cui le imprese faranno la loro parte, e avranno un ruolo centrale.

Lavoriamo ogni giorno perché queste risorse possano rafforzare e rendere concreta l’attrattività del Piemonte”. “Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno cruciali per definire il percorso di ripresa della nostra economia. In questa fase di emergenza – commenta il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj – la politica economica è stata decisiva per consentire a famiglie e imprese di limitare i danni. Anche nel 2021 sarà necessario il supporto di una politica monetaria accomodante e di interventi fiscali espansivi”.

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