ECONOMIA DOMESTICA

Turismo, 5 miliardi di perdite e 12mila imprese sul lastrico

Piemonte in ginocchio. I numeri di Confesercenti fotografano l'orribile 2020 per alberghi, bar, ristoranti e tutti gli esercizi legati alla filiera. Banchieri: "Serve un piano per ripartire". Tra le richieste riduzione del costo del lavoro e moratoria per mutui e finanziamenti

Per il turismo del Piemonte il 2020 sarà un anno difficile da dimenticare: le perdite ammontano a quasi cinque miliardi. L’emergenza pandemica ha fatto svanire oltre 3,5 milioni di turisti per un totale di quasi 10 milioni di pernottamenti. Un calo del 70 per cento rispetto al 2019, che ha provocato una perdita di 800 milioni solo per gli alberghi e le altre strutture ricettive. Un grave colpo anche per negozi e pubblici esercizi, che quest’anno hanno visto sparire, insieme ai viaggiatori, anche 4 miliardi di euro di consumi che essi avrebbero generato. Il calo riguarda, sia pure in misura diversa, tutti i comparti del turismo: si va dal 70% per alberghi, campeggi e rifugi alpini, al 60% per bar e ristoranti, all’80% per bus turistici e noleggi con conducente, al 90% per guide turistiche, agenzie di viaggio e animatori turistici. Sono le stime dell’ufficio studi di Confesercenti, che ha fatto un bilancio dell’anno appena trascorso.

“È una crisi senza precedenti per il settore, con presenze turistiche ridotte al lumicino e prospettive ancora azzerate: difficile, infatti, che i flussi di viaggiatori, sia di piacere, sia di lavoro, riprendano prima della seconda metà del prossimo anno e gli annunci di nuove restrizioni non fanno ben sperare. Serve un piano per ripartire. In Piemonte rischiano la chiusura in tempi brevi 12mila imprese per circa 35mila addetti” afferma il presidente di Confedercenti, Giancarlo Banchieri.

“Quello del turismo – spiega Fulvio Griffa, presidente di Assoturismo-Confesercenti – è un sistema integrato nel quale la mancanza o la forte riduzione dei flussi si ripercuote su ciascun comparto: avere meno turisti significa meno clienti per bar e ristoranti, meno gruppi organizzati per le guide e gli animatori turistici, meno viaggi per bus e Ncc, meno prenotazioni per le agenzie di viaggio. Senza contare i mancati introiti per le attività di vendita: negozi di specialità locali e abbigliamento, tanto per limitarci a due esempi. Va poi considerata, oltre al movimento dei turisti in strutture ricettive ufficiali, anche la riduzione del flusso di vacanzieri nelle seconde case e degli ospiti presso amici e parenti o in altre strutture non ufficiali”. Banchieri chiede per le imprese del settore “l’abbattimento del costo del lavoro, contributi a fondo perduto sulla base del fatturato dell'anno precedente, credito d'imposta per gli affitti, moratoria per mutui e finanziamenti, utilizzo dei fondi europei per favorire la riconversione delle aziende con un meccanismo analogo a quello adottato per l'industria, esenzione totale dalla Tari e gratuità dei de'hors per tutto il 2021”. In Piemonte il comparto turistico è rappresentato da circa 46mila imprese (circa il 10% del totale) che impiegano 153mila addetti (11% del totale) e generano il 7,4% del Pil regionale (dati 2019).

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