AMBIENTE & TERRITORIO

Depositi nucleari in Piemonte, scoppia la sindrome Nimby

Tra le 12 aree indicate come siti ideali dalla Sogin 7 sono in regione, tra Alessandrino, Torinese e Cuneese. Esplode la polemica. Sindaco di Carmagnola sulle barricate. Il deputato Giacometto (FI): "Intanto estendere le compensazioni economiche"

“Non sarà certo la sindrome Nimby” mette le mani avanti il parlamentare di Forza Italia Carlo Giacometto, ma intanto a poche ore dal via libera dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) alla realizzazione di un deposito dei rifiuti radioattivi, ha già fatto sobbalzare dalla poltrona sindaci e amministratori locali, preoccupati per le ripercussioni derivate dal comparire in questa mappa. Sono in tutto sette le regioni che contengono siti potenzialmente idonei e tra queste il Piemonte è quella certamente più esposta. Le altre sono Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Così dopo aver osservato con tanta apprensione un’altra cartina, quella con i colori giallo, rosso e arancione dell’epidemia, ora a spaventare è il verde smeraldo con cui si evidenziano le aree indicate dalla Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, come ottimali a ospitare i rifiuti radioattivi.

La carta non dice il punto in cui bisognerà costruire il deposito. Delinea invece tutti i 67 luoghi in cui ci sono le condizioni tecniche per costruirlo e assegna i voti con una graduatoria. Nella prima fascia di 12 lotti indicati sulla carta con un “verde smeraldo”, appunto, spiccano due lotti nell’ex Provincia di Torino che insistono sui territori di Rondissone, Mazzè e Caluso e a Carmagnola. Nella provincia di Alessandria sono ben cinque le aree individuate dalla mappa come ideali: una comprende i Comuni di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargneto; un’altra è tra Fubine e Quargneto; una ancora tra Alessandria e Oviglio; una tra Bosco Marengo e Frugarolo e un’ultima tra la stessa Bosco Marengo e Novi Ligure. L’area fra Alessandria-Castelletto-Quargnento e quella fra Bosco Marengo-Novi sono le uniche di tutte le 67 ad avere conseguito votazione piena con lode. Tra tante lotterie che si potevano vincere. C’è poi un’area tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio che rientra invece tra le undici definite sulla mappa con “verde chiaro” che comprendono altri lotti ritenuti dai tecnici molto buoni ma meno interessanti, quindi un gradino sotto rispetto ai primi.

Insomma in Piemonte ci sono 7 delle 12 aree considerate non solo idonee ma ideali per realizzarci un deposito di rifiuti nucleari. Un’altra è nella fascia appena sotto.

Il vicesindaco della Città Metropolitana di Torino Marco Marocco ha convocato urgentemente una riunione con le amministrazioni coinvolte per esaminare la situazione. La stessa iniziativa è stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria. Non mancano le prime veementi proteste: “La città di Carmagnola non è stata informata preventivamente e l’avviso pubblicato indica una proposta di aree potenzialmente idonee sulla base di valutazioni che non condividiamo assolutamente. Siamo determinati a dimostrare la non idoneità dell’area individuata e a proteggere il territorio carmagnolese ed i suoi abitanti” annuncia il sindaco Ivana Gaveglio.

“Sono preoccupato e sconcertato – le fa eco Gianluca Colletti, sindaco di Castelletto Monferrato –. Spero che se ne possa ridiscutere dopo i pareri tecnici”. E' stata fissata per domani alle 17 una prima riunione fra i sindaci della provincia di Alessandria, poi ce ne sarà un’altra, giovedì, solo fra i Comuni coinvolti e alla presenza (in videoconferenza) del presidente Gianfranco Baldi. “Sono molto arrabbiato – dice Colletti – nessuno mi ha informato ed è evidente che bisognerà fare qualcosa per impedire che si vada avanti. In quell’area individuata attualmente si coltivano i pomodori. Siamo a 500 metri dalle colline del Monferrato, patrimonio Unesco. Non capisco questa scelta: si tratta di un territorio in parte alluvionabile e siamo una delle province più inquinate d’Italia. Mi chiedo cosa abbiamo fatto di male e quali siano gli elementi tecnici che hanno portato a identificare quell’area come idonea per una discarica del genere”.

“Nei prossimi mesi, infatti, ci sarà tempo e modo per le amministrazioni e per le popolazioni coinvolte – sia nell’area del chivassese, sia nell’area sud di Torino, sia nella provincia di Alessandria – per consultare i documenti resi pubblici da Sogin e per mettere a disposizione le proprie controdeduzioni” afferma il deputato azzurro Giacometto che intanto però chiede di “ampliare la platea dei beneficiari delle compensazioni nucleari per quelle comunità che si trovano proprio nei pressi dei depositi temporanei, rivedendo i criteri attualmente basati sui soli confini amministrativi comunali e non, come sarebbe molto più equo, con la distanza chilometrica dal sito. È il caso, ad esempio, di tanti Comuni del Torinese che si trovano a poca distanza in linea d’aria dall’impianto Eurex di Saluggia (Vercelli) che finora non hanno mai ricevuto alcun tipo di compensazione economica, pur essendo state per molti anni esposte ad un rischio anche maggiore, tuttora esistente, a causa della vicinanza di quel deposito temporaneo ai pozzi dell’acquedotto del Monferrato che provvede alla zona”.

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