Covid nell'aria, a casa le concentrazioni maggiori

Sono state rilevate in ambito domestico le concentrazioni più consistenti del Covid. È quanto rilevato dall'Arpa, l'Agenzia regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte, che ha messo a punto un metodo, riproducibile e validabile, per determinare la concentrazione del virus nell'aria. Sia indoor sia outdoor. In ambienti esterni, invece, il virus non è risultato finora rilevabile, mentre negli ambiti ospedalieri le concentrazioni sono risultate molto contenute.

"A fronte della carenza di standardizzazione, quello della validazione di un metodo nuovo di campionamento e di analisi delle matrici ambientali coinvolte nella diffusione del virus è un lavoro complesso ma allo stesso tempo indispensabile per fornire dati affidabili e sicuri" afferma il direttore generale di Arpa Angelo Robotto.

Secondo i risultati ottenuti si può stabilire che in ambiente esterno il virus non è finora risultato rilevabile nell’aria; che negli ambiti ospedalieri, ed in particolare all'interno dei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da elevati carichi virali, le concentrazioni rilevabili del Sars-Cov-2 sono risultate generalmente molto contenute, anche in virtù dell'elevato tasso di ricambio dell'aria. Infine è emerso che in ambito domestico, al contrario, le concentrazioni di virus si sono rilevate più consistenti, fino a 40-50 copie genomiche del virus al metro cubo di aria. Tali valori risultano fortemente influenzabili dalle frequenze di ricambio d'aria e dal numero di soggetti positivi presenti nelle abitazioni, oltreché dallo sviluppo dei sintomi più comuni della malattia (tosse secca).

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