POLITICA & GIUSTIZIA

Cimiteri, pietra tombale sull'inchiesta: archiviati Lo Russo, Passoni e Tedesco

Regolare il comportamento degli ex assessori della giunta Fassino. Al centro dell'indagine il trasferimento dell'extra canone di un milione dalla controllata Afc alle casse del Comune di Torino, procedura avvenuta nel 2015. Escluso il falso ideologico

Escono definitivamente dal procedimento giudiziario che li vedeva coinvolti i tre assessori di Piero Fassino, indagati per falso ideologico nell’ambito dell’indagine sull’extracanone da 1 milione di euro che il Comune di Torino aveva incassato da Afc, la società controllata interamente da Palazzo Civico per conto del quale gestisce i servizi cimiteriali. Il giudice Silvia Carosio ha disposto l’archiviazione per Stefano Lo Russo, Gianguido Passoni e Giuliana Tedesco, rispettivamente assessori a Urbanistica, Bilancio e Partecipate dell’ultima giunta di centrosinistra, assecondando la richiesta formulata a ottobre dal pubblico ministero Laura Longo.

I fatti risalgono al 2015. Il 20 aprile il Consiglio comunale di Torino aveva approvato il conferimento in concessione ad Afc di 39 tombe di famiglia e 516 cellette per le ceneri. Qualche mese dopo, il 6 luglio, Passoni, alle prese con il bilancio di previsione, chiese all’amministratore delegato di Afc Gabriele Cavigioli – appena nominato dopo il terremoto giudiziario che aveva decapitato i vertici dell’azienda – un extracanone di un milione di euro in virtù del conferimento di aprile. Si trattò di una tantum, che fece lievitare l’importo da 1,4 a 2,4 milioni. Il giorno dopo Cavigioli scrisse una lettera indirizzata a Passoni (Bilancio), Lo Russo (Servizi cimiteriali) e Tedesco (Partecipate), oltreché a Carla Villari, allora direttore del settore Partecipate, per confermare la disponibilità a riconoscere l’extracanone a Palazzo Civico, evidenziando tuttavia i rischi dell’operazione, soprattutto sulla realizzazione del piano d’investimenti. L’operazione andò a buon fine anche se provocò tensioni tra i tre assessori: nessuno ritenne irregolare la procedura, ma secondo Lo Russo e Tedesco l’operazione avrebbe dovuto essere concordata e non frutto di un'iniziativa autonoma di Passoni. C’era un tema squisitamente politico, anzi strategico, giacché per recuperare quel milioncino Passoni, secondo Lo Russo, rischiava di frenare gli investimenti nei cimiteri comunali.

Intanto, il 9 luglio il bilancio venne adottato in giunta e il 30 luglio arrivò anche il semaforo verde della Sala Rossa. Contestualmente Afc iniziò a mettere in vendita celle e loculi. Arriviamo così al 15 dicembre, quando, in conformità con la norma secondo cui ogni anno la giunta deve determinare il canone per l’anno successivo, venne approvata la delibera che riportò a 1,4 milioni il canone per il 2016. Cosa manca ancora? La delibera che definiva il canone 2015, così come modificato a bilancio e quantificato in 2,4 milioni, con tanto di milione extra. La data è del 29 dicembre: sul provvedimento le firme di Tedesco e Lo Russo. Intanto, però, Afc ha venduto ben poco e incassato 69mila euro dalla vendita di un unico loculo. Un esito in parte atteso, ma che secondo gli inquirenti poteva essere l’indizio dei loro sospetti: e cioè che l’operazione fosse ispirata esclusivamente dalla necessità di far quadrare i conti del Comune. Sospetti ora definitivamente fugati con l'archiviazione.

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