VERSO IL VOTO

Civici divisi in scazzo col Pd

In un documento alcune sigle del civismo torinese bacchettano il primo partito della coalizione per aver escluso gli alleati nel dibattito sul candidato sindaco. Ma Giaccone si dissocia: "Ognuno è libero di fare ciò che vuole in casa propria"

C’è chi cuce e c’è chi strappa nel centrosinistra torinese, mentre i candidati a sindaco continuano a tessere la propria tela in cerca dell’incoronazione. Nel giorno in cui i Moderati di Mimmo Portas e la Lista Monviso di Mario Giaccone fissano per l’1 febbraio il faccia a faccia tra Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni (l’appuntamento è alle 11 in via Galliari 10), tra i civici monta l’insofferenza per un Partito democratico che avrebbe ormai circoscritto all'interno del proprio perimetro il dibattito politico, dimenticando per strada gli alleati. E così con un ipotetico voto nella direzione provinciale del 18 gennaio “il tentativo di sintesi da tutti evocato nelle riunioni di coalizione rischia di allontanarsi”.

È questo l’incipit di un documento partorito nell’ultima riunione online di Capitale Torino e di una serie di altre sigle che compongono l’arengo civico del centrosinistra. Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano? Di certo si dividono perché sulle critiche al Pd c’è chi si è già dissociato: “Così non posso firmarla – è stata la reazione di Giaccone – non possiamo impedire a un partito della coalizione di scegliere liberamente tra le proprie file il candidato che ritiene migliore. Il confronto con la coalizione è successivo”. I nervi sono tesi, la pentola a pressione è pronta a esplodere. E così il documento viene diffuso con le sole firme di Capitale Torino, Laboratorio Civico, Più Europa e Alleanza per Torino.

“I nomi sul tavolo meritano tutti grande stima e rispetto, nessuno escluso, ma è necessario uno sforzo ulteriore affinché si parta dalle cose che si vogliono fare e vengano messi alla prova i potenziali candidati sulla loro capacità di non essere divisivi” si legge nella lettera inviata agli altri partiti del centrosinistra. Il non detto è che mentre il Pd si sta avviando a una sintesi, c’è chi vorrebbe scongiurare una eventuale indicazione di Lo Russo, spostando il dibattito fuori dal primo partito della coalizione dove, soprattutto a sinistra, non mancano le resistenze al professore del Politecnico. Questo non vuol dire che la maggioranza abbia scelto Salizzoni, anzi: piuttosto si lacera attorno ad altre candidature, come Igor Boni, sostenuto da Radicali e Più Europa (“i quali non mi pare che per candidarlo si siano confrontati con il Pd” punzecchia Giaccone). Un gran guazzabuglio in cui il consigliere comunale Francesco Tresso pare contribuire alla confusione, ispirato dai falchi che aleggiano sul centrosinistra. Nel documento non manca anche un riferimento alle primarie, nonostante nei fatti, in pochi le considerino ancora un'opzione sul tavolo.

A questo punto anche l’unità dei civici attorno a un’unica lista è a rischio. Tresso imputa a Giaccone di essere troppo filo-Pd, l’altro gli replica che ad agitarsi troppo quando il mare è agitato si rischia di annegare. Il capogruppo in Sala Rossa si era già esposto con Guido Saracco, proprio nei giorni in cui il rettore già meditava il gran rifiuto, nelle ultime ore è uscito sui social con un post che strizza l’occhio a Salizzoni che ha messo in difficoltà anche Federico De Giuli, il fondatore di Laboratorio Civico. “La composizione di una squadra coesa e competente sarà il vero banco di prova su cui verremo giudicati ed a maggior ragione è in questa fase che il tenore della trattativa politica deve sapersi elevare e puntare a rappresentare i valori che tengono unita la coalizione” dicono i civici.

Serpeggiano accuse di patti e accordi già in parte siglati per la composizione della prossima giunta. Solo veleni? E così si capisce pure perché da quelle parti si iniziano a perdere pezzi: dopo l’ex ct della Nazionale di volley Mauro Berruto, che l’ha fatto più platealmente, altri sono in procinto di mollare gli ormeggi, pure tra i cosiddetti padri nobili.

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