VERSO IL VOTO

Ricetta sovranista di Salvini, "Fiat è scappata dall'Italia"

Il leader della Lega promette piani di rilancio per Torino e il Piemonte, ma attacca Stellantis: "Non è più un'azienda italiana, temo per il futuro dei nostri operai". Poi l'incontro con il suo candidato sindaco Damilano e un caffè con Cirio - VIDEO

“C’è grande preoccupazione perché ci sono i primi segnali concreti di usura, di mafia, di camorra e di 'ndrangheta che entra nei negozi, nei bar, nei ristoranti e negli alberghi piemontesi e torinesi facendo offerte fuori legge”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, a Torino, in seguito all’incontro avvenuto con i rappresentanti delle associazioni di categoria presso il gruppo Lega della Regione Piemonte. “Anche le banche non stanno facendo quello che devono – precisa il senatore –. Ma noi stiamo già ragionando di futuro. Da un grande dramma deriva una grande occasione. I numeri sono drammatici: 50mila posti di lavoro a rischio e 13mila aziende. Ma può essere una grande occasione di riscatto. Torino e i torinesi sono pronti”. Tornando a parlare di Fca, di cui aveva già criticato aspramente la fusione coi francesi di Psa, Salvini aggiunge: “Qua c’è un governo che ha dormito mentre la Fiat scappava, le banche hanno dato miliardi a una azienda ex italiana, che ormai più italiana non è. Un intervento dello Stato in Stellantis? Temo sia tardi e che l'attuale governo sarà chiamato a risponderne davanti a operai e a imprenditori fornitori e subfornitori. Se devo fare un pronostico – aggiunge – in Francia non licenzieranno nessuno, temo che a rischiare siano gli operai italiani. Il governo invece dormiva e la proprietà faceva una scelta molto personale e poco italiana”.

L’ex ministro prima di incontrare Paolo Damilano ha affermato: È il candidato dei torinesi e conto che sia l’unico candidato dei torinesi alternativo alla sinistra”. Un auspicio che attesta come al tavolo della coalizione non si sia ancora trovato una quadra complessiva su tutte le città chiamate al voto in primavera. Tempo per un caffè con il governatore Alberto Cirio e poi in Tribunale dove l’attende l’udienza del processo in cui è imputato di vilipendio della magistratura.

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