Giorno Memoria: Disegni, è vaccino contro il virus dell'odio

Il Giorno della Memoria non è "una cerimonia formale e retorica a cui il Paese è tenuto una volta l'anno, è il vaccino contro il perdurante virus del razzismo, della xenofobia, di ogni forma di odio e intolleranza, un virus che si è ulteriormente propagato con la pandemia". Così il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, alla celebrazione in Sala Rossa della giornata che ricorda le vittime della Shoah. Ad aprire la cerimonia il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari che cita l'assalto a Capitol Hill dove, ricorda, "tra gli assalitori c'erano anche negazionisti di quanto noi oggi ricordiamo, persone inizialmente supportate moralmente dall'ex presidente sentendosi così legittimate a dare vita ai loro pensieri". Sicari parla poi dei social, spesso veicolo di "forme di negazionismo e vicende storiche mai accadute. Dobbiamo aprire gli occhi e la politica deve avere il coraggio di non ammiccare a queste realtà pensando che rappresentino solo dei voti". Anche per il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, "è davvero il momento di aprire gli occhi e scacciare il torpore delle coscienze perché l'odio e il demone dell'antisemitismo sono tornati ad affacciarsi". "A volte di fronte ai crimini del passato e del presente siamo presi dall'ansia di voler sentire dai giovani una parola di condanna, ma dobbiamo pensare che prima del giudizio deve venire la conoscenza della verità", conclude Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, che propone alla Città di pensare a "una casa per Primo Levi dove potersi avvicinare alla sua opera con facilità e farsi accompagnare dalle sue parole".

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