SANITA' & POLITICA (ESTERA)

Piemonte sullo Sputnik, alla giunta Cirio piace il vaccino russo

L'assessore filoputinano Marrone perora l'acquisto del siero nato nei laboratori di Mosca. "Scriverò direttamente ad Arcuri, la Germania si è già mossa". Quando finì nel mirino dei Radicali per i suoi rapporti con i separatisti di Donetsk

Nella lotta al Covid il Piemonte guarda alla Russia di Vladimir Putin. “Ora che anche da prestigiose fonti accademiche londinesi arriva la conferma sull’efficacia dello Sputnik V, non vedo perché l’Italia non dovrebbe considerare di aggiungere anche il vaccino russo a quelli già utilizzati dalla nostra sanità, colmando il vuoto imprevisto lasciato dagli altri fornitori”. A perorare l’utilizzo del siero nato nei laboratori di Mosca è Maurizio Marrone, il fratello d’Italia “venuto dal freddo” per le sue note simpatie putiniane, fiancheggiatore della resistenza filorussa nel Donbass. L’esponente del partito di Giorgia Meloni che in passato finì nel mirino per qualche frequentazione non proprio raccomandabile – l’iniziativa del Consolato di Donetsk fu sostenuta anche dall’associazione Lombardia-Russia di Gianluca Savoini – ora interviene su una materia che apparentemente poco ha a che fare con le sue competenze in seno alla giunta di Alberto Cirio. “Alle Regioni – fa notare – non è consentita alcuna autonomia di approvvigionamento dei vaccini anti Covid, ma in qualità di assessore alla Cooperazione internazionale sarà mia cura scrivere al commissario nazionale Arcuri per segnalargli l’opportunità di attivarsi con la Federazione Russa al fine di trattare la fornitura all’Italia: Putin ha parlato di 100 milioni di dosi a disposizione per l’Europa, ma Angela Merkel si è già mossa pubblicamente per la Germania e sarebbe triste scoprirci in fondo alla fila, una volta che l’Ema avrà formalizzato il via libera allo Sputnik V”.

I rapporti di Marrone con la Russia finirono nel mirino dei Radicali già all’epoca della sua nomina ad assessore. “Marrone è stato ripreso a Lugansk, città ucraina illegalmente occupata dalle forze separatiste filorusse, a cena con vari esponenti politici fra cui Andrea Palmeri, fascista italiano mercenario al soldo dei separatisti filorussi, ovvero al soldo di Putin” era stata la denuncia di Giulio Manfredi dell’associazione Aglietta.L’incontro risale al 2017, ma dopo le proteste, provenienti anche dal suo stesso partito, Marrone allentò i legami con la sedicente repubblica separatista, ma resta un ammiratore di Putin e coltiva, senza più ostentarle troppo, relazioni con Mosca. Insomma, se al commissario Domenico Arcuri – e in generale alle autorità italiane – servisse un link con la Russia, non hanno che da rivolgersi in piazza Castello.

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