Il finto liberista

Il senatore a vita Mario Monti è un personaggio che viene considerato un tecnico per quanto abbia sempre bazzicato la politica, come per esempio l’incarico di commissario europeo negli anni Novanta e considerato un campione del liberismo, per quanto lui stesso si è definito di sinistra in un’intervista televisiva. Che qualcuno possa associarlo al liberismo o a una più generica area liberale è veramente qualcosa di incredibile viste le sue continue esternazioni contro le piccole imprese e l’azione perpetrata dal suo governo che ha distrutto il settore edilizio italiano e mettere in difficoltà le piccole imprese. Dubitiamo anche che possa essere considerato un economista, o più probabilmente se ha delle conoscenze economiche sono al servizio di una visione ideologica e non il contrario. Monti può essere più correttamente considerato un ideologo con delle conoscenze economiche e pertanto è la figura più lontana da quello che possa essere considerato un tecnico. Le ultime dichiarazioni di Monti sono semplicemente agghiaccianti: “Diviene perciò importante porsi con urgenza il problema di quanto abbia senso continuare a «ristorare» con debito, cioè a spese degli italiani di domani, le perdite subite a causa del lockdown, quando per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attività che si svilupperanno, invece che a quelle che purtroppo non avranno un domani“.

Secondo il senatore a vita bisognerebbe smettere di “ristorare” le piccole imprese e lasciarle al loro destino, perché molte di queste non meriterebbero di restare sul mercato. La prima cosa da chiedersi è chi debba decidere quali sono le imprese che secondo il senatore meritano di sopravvivere? È lo stato con i suoi tecnici a doverlo decidere? Seconda cosa, di chi è la colpa di tanti fallimenti di piccole imprese se non dello stato che ha impedito di lavorare? Questa è una tipica visione dirigistica che non ha niente di liberale, anzi è totalmente all’opposto. Anche l’odio mostrato da Monti in più occasioni per le piccole imprese fa parte di quella visione dirigistica di cui è portatore, perché il favore verso le grandi imprese nasconde il fatto che poche grandi imprese possono essere facilmente controllate e anzi costituire un tutt’uno, una sorta di branca dello stato solo formalmente privata. Come possa essere considerata questa, un’idea appartenere all’alveo liberale e Monti un liberale è un mistero. Non può neanche essere considerata una visione tecnocratica, perché un vero tecnico che pensasse veramente che l’Italia abbia bisogno di grandi imprese non si preoccuperebbe di distruggere le piccole imprese italiane a favore delle multinazionali straniere, ma cercherebbe di favorire la crescita della piccola impresa italiana in modo da diventare media e la media diventare grande, eventualmente favorendo le fusioni delle imprese per raggiungere le grandi dimensioni. Bisognerebbe chiedersi perché le imprese italiane non crescono e uno di questi motivi è l’elevato carico fiscale che riduce le risorse che l’imprese possono destinare agli investimenti. Altri motivi sono una legislazione poco favorevole all’impresa e una burocrazia asfissiante. Chi fosse veramente un difensore della libertà e preoccupato del nanismo delle imprese italiane si preoccuperebbe di eliminare queste cause che impediscono la crescita delle imprese italiane, senza pensare di distruggere il lavoro di tanti italiani che cercano di sbarcare il lunario con la loro piccola attività.

La piccola impresa è anche un baluardo di libertà perché permette a degli individui di creare qualcosa di proprio senza dipendere dallo stato o diventare un dipendente di una grande impresa. Distruggere la piccola impresa è semplicemente una posizione ideologica di chi odia la libertà e pretenderebbe che tutti i cittadini siano dipendenti statali o di una grande impresa, una società estremamente verticistica in cui ci sia una ristretta élite e tutti gli altri alle dipendenze. Bel concetto di libertà! Purtroppo in Italia e non solo, si fa volutamente confusione affibbiando etichette a caso, per screditare chi difende la libertà, così un nemico della libertà come Monti, un ideologo con una visione estremamente elitista, viene chiamato liberista. Monti sarebbe stato un perfetto ministro di un governo dell’Unione Sovietica.

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