CORSO REGINA

"Una svolta al vertice della Sanità"

Le dimissioni del direttore Aimar "sono un pessimo segnale che si somma a tanti errori". Le opposizioni unite nel chiedere un cambio di passo. "Ora un sostituto di altissimo profilo e ricercato al di fuori delle logiche di appartenenza". I Radicali: "Se ne vada anche Icardi"

“Un pessimo segnale chi si somma a tanti errori in un momento tanto delicato, nel quale prosegue l’emergenza” e mentre “il piano vaccinazioni deve essere strutturato e programmato”. Questa la reazione dell'opposizione a Palazzo Lascaris, dal Pd ai Cinquestelle passando per  LuvM4oModerati  e Lista Monviso, di fronte alle dimissioni del direttore regionale della Sanità Fabio Aimar. I capigruppo delle forze di minoranza, Raffaele Gallo, Sean Sacco, Francesca Frediani, Mario Giaccone e Silvio Magliano, in una nota rimarcano come l’attuale giunta regionale “si è dotata nell'ultimo anno della più lunga catena di comando dai tempi dell’impero spagnolo del XVI e XVII, tuttavia i risultati non sono stati all'altezza della situazione”. Partendo da questo presupposto chiedono che il successore di Aimar “sia di altissimo profilo e ricercato al di fuori delle logiche di appartenenza". Due presupposti che non avevano proprio guidato la scelta del direttore ormai ex, sia pure ancora al suo posto in attesa del passaggio di consegne. Aimar, infatti, non aveva mai avuto incarichi apicali in un’azienda, tantomeno l’aveva diretta e in più era stato voluto fortemente da Icardi con il quale condivide l’appartenenza alla Lega. La pressione accentuata enormemente a causa di tutto ciò che ha generato la pandemia, unita alla mancanza di personale e di dirigenti nell’assessorato di corso Regina Margherita nhanno fatto il resto.

“Nonostante la rassicurazione di Icardi che Aimar resterà al suo posto ancora per due mesi, non ci sentiamo affatto tranquilli, perché il Piemonte e i piemontesi hanno immediato bisogno di certezze”. Dai banchi delle minoranza i capigruppo ricordano “i tanti i temi sanitari che dovranno essere affrontati: la pandemia che deve essere tenuta sotto controllo, il programma delle vaccinazioni che richiede un costante monitoraggio, la questione del personale e il piano assunzioni ancora da attuare, la riorganizzazione della rete territoriale ancora da compiere e il Recovery Plan con risorse sulla sanità da definire con il Governo”. Tutti temi cui cui, annunciano, “chiederemo urgenti approfondimenti alla giunta Cirio. Non possiamo più permetterci errori”.

A chiedere, invece, le dimissioni dell’assessore sono Silvio Viale (Radicali Italiani) e Marco Cavaletto (Più Europa): “Lo scorso novembre lanciammo l’allarme sulla carenza di personale della direzione Sanità, fornendo adeguata documentazione l’8,6% del personale regionale per una Direzione che gestisce l’80% del bilancio regionale”, premettono indicando la ragione principale alla base dell’abbandono da parte di Aimar, ma anche delle vane richieste avanzate da mesi. “Negli ultimi dieci anni si sono avvicendati in corso Regina ben sei direttori e decine di dirigenti regionali, gli uffici regionali  sono stati utilizzati come “porte girevoli”, per poi andare a fare altro da altre parti”, ricordano i Radicali. “Nessun assessore alla Sanità, in questi dieci anni, si è dato da fare per rafforzare un personale che ha comunque retto tutti i cambiamenti di vertice ma che, anche a causa di tali cambiamenti, è demotivato, vecchio con un’età media sopra i 50 anni e ridotto all’osso”. Per Viale e Cavaletto, “Icardi non può chiamarsi fuori: è assessore da venti mesi e proprio l’emergenza Covid avrebbe dovuto spronarlo a chiedere ed ottenere rinforzi. Non ha fatto nulla e ha fatto peggio: ha messo alla presidenza dell’Istituto Zooprofilattico uno con il pedigree leghista, in palese violazione dello statuto dell’ente”. Insomma, “in corso Regina non serve Icardi, serve un clone di Draghi”.