Innovazione & propaganda

Nei giorno scorsi è stato dato ampio risalto alla gigafactory Italvolt di batterie che potrebbe nascere a Torino con quattromila addetti più l’indotto e 300mila metri quadri di superficie. Al progetto partecipano per le infrastrutture la Pininfarina e per le tecnologie Comau. Facendo un esempio comprensibile a tutti, un campo di calcio è tre quarti di ettaro circa: alla gigafactory servono quasi quaranta campi di calcio. Dopodiché essendo una regione che come in tutta Italia rifiuta insediamenti per lo smaltimento delle scorie nucleari, nostrane, comprese quelle ospedaliere, mi domando se qualcuno si porrà, urgentemente, il tema del consumo di superficie e lo smaltimento e recupero di tutte le scorie di batterie che avremo fra qualche anno. Tanto per discutere di transizione energetica.

Torino e il Piemonte hanno, comunque, buone chance essendo già in corso operazioni analoghe con altre aziende sia in Campania sia nella motor valley emiliana.

Bisogna cogliere l’occasione per fare il punto sulla “annuncite” della politica anche a livello torinese. Ad esempio sarebbe interessante sapere e capire che fine ha fatto l’Istituto per l’Intelligenza Artificiale, di cui nell’autunno 2020 tutti gli attori sociali e imprenditoriali torinesi ne davano per fatta l’acquisizione a Torino e la realizzazione. Pongo alcune domande: chi se ne sta occupando? Gli Enti Locali? Ci sono delibere e stanziamenti di fondi per la realizzazione? C’è un percorso programmato per la sua realizzazione?

L’assessore Pironti del Comune di Torino a ottobre 2020 dichiarava al Sole24ore che a gennaio 2021 sarebbe stato pronto il dossier per la sede che dovrebbe occupare 600 scienziati. Dov’è il dossier? È pronto? Dov’è la sede?

Nella primavera del 2019 la Regione Piemonte deliberava di approvare, in attuazione dell’art. 12 della legge regionale n. 9 del 19/03/2019 “Bilancio di Previsione finanziario 2019/2021”, lo schema denominato “Accordo di programma tra il Politecnico di Torino, l’Università di Torino, la Regione Piemonte, il Comune di Torino e la Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Torino per la realizzazione di centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico attraverso la ricerca, la dimostrazione e la formazione curricolare, professionalizzante e continua funzionali allo sviluppo dell’industria manufatturiera 4.0 e dell’industria dell’aerospazio”, Inoltre prevedeva lo stanziamento di 30milioni di euro ( che trova copertura nell’ambito della missione 14 programma 1403 cap. 217252 annualità 2019/2021 del Bilancio di previsione finanziario 2019/2021) e di rinviare “a successivo provvedimento la definizione puntuale delle modalità attuative per assicurare il coordinamento delle azioni e gli strumenti per definire i compiti riconducibili alla responsabilità delle singole Parti, nonché i contenuti degli interventi, i costi ammissibili, la forma e l’entità dei contributi, termini e modalità di presentazione della proposta progettuale, modalità di attuazione dell’intervento e di erogazione dei contributi e di monitoraggio sull’esecuzione del progetto”. Domanda: il rinvio successivo ha avuto attuazione? Siamo fermi a quella delibera? Perché?

A maggio 2020 esponenti dell’imprenditoria torinese dichiaravano che “sono ora indispensabili i 30 milioni di euro accantonati dalla Regione Piemonte, che ci auguriamo vengano stanziati già nel testo in approvazione in questi giorni dal Consiglio Regionale. Ma oltre all’MTCC serve che Regione Piemonte e Governo plasmino una politica di rilancio nei confronti di un settore che sta affrontando una fase di profonda agonia, strutturando misure coerenti ed efficaci, oggi purtroppo assenti all’interno del Decreto legge”. Domanda: sono poi stati stanziati dalla Regione Piemonte? Perché non mi pare ci siano ulteriori notizie. Sbaglio? Spero di sì!

Quindi se posso riassumere il Manufacturing Center di Mirafiori è ancora in essere, il Polo dell’Aerospazio pure, l’Intelligenza Artificiale non ha ancora delibere ma già si annuncia la Gigafactory delle batterie. Tra tutti gli annunci siamo a circa diecimila posti di lavoro creati, scusate annunciati. Non è un bene per il territorio creare illusioni ai lavoratori che hanno perso il lavoro, ai giovani che lo cercano.

Almeno nell’analisi industriale dei miei tempi c’era, nell’apposito ufficio, l’impiegato che segnava con i triangolini su una linea (con delle date) l’avanzamento lavori delle varie attività e quando c’erano troppi triangolini rossi veniva chiamato il responsabile, con tutte le conseguenze. Oggi che anche quest’attività è informatizzata è comunque ignorata dalla politica nonostante molti imprenditori siedano nelle istituzioni locali e negli scranni della politica.

Consiglio il titolo di un programma televisivo: “Propaganda Live”…

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