VERSO IL VOTO

Moderati e Monviso scelgono Lo Russo

Dopo i confronti con i candidati i due principali alleati del Pd sciolgono la riserva e optano per il capogruppo. Decisione presa con i rispettivi eletti e attivisti. In attesa che i dem si diano una mossa

Moderati e Lista Monviso rompono gli indugi. Dopo aver tanto (e inutilmente) atteso una parola definitiva dal Pd sul candidato a sindaco di Torino, riconoscendo al primo partito della coalizione l’onere di indicare il prescelto, hanno deciso di sostenere il capogruppo Pd in Sala Rossa Stefano Lo Russo. Endorsemet arrivato dopo aver ascoltato i cinque aspiranti primi cittadini e tastato l’umore di attivisti e amministratori, ovvero proprio quelli che tra pochi mesi dovranno correre nelle rispettive liste. La scelta di Lo Russo “non è stata facila – spiega Mario Giaccone, capogruppo della lista Monviso in consiglio regionale – perché dopo i due incontri pubblici di questi giorni che abbiamo organizzato con i cinque candidati, abbiamo capito che tutti loro sarebbero ottimi sindaci per questa città. Ma Lo Russo ci sembra quello più in grado di interpretare il non facile ruolo in questo momento”.

Ieri sera il numero uno dei Moderati Mimmo Portas era in collegamento su Zoom con i suoi due presidenti di circoscrizione – Carlotta Salerno e Massimo Guerrini – i 26 consiglieri eletti nei vari quartieri e il capogruppo in Comune e Regione, Silvio Magliano. Contemporaneamente Giaccone, nel suo quartier generale di via Carlo Alberto, si è confrontato in modalità mista (online e in presenza) con gli animatori di quel magmatico polo civico che da settimane dibatte, litiga, fa la pace, torna a scontrarsi e intanto proclama l’intenzione di “procedere verso un percorso unitario”. Da parte dei due alleati del Pd non ci sono mai state preclusioni rispetto alle diverse ipotesi avanzate negli ultimi mesi, a partire dal rettore del Politecnico Guido Saracco fino al mago dei trapianti, Mauro Salizzoni, sostenuto dalla sinistra interna ed esterna ai dem. A condizione che si arrivasse a un'ampia convergenza su un nome. Obiettivo che, come si è visto, è lungi dal raggiungere sul nome del chirugo.

Entrambi hanno auspicato un’ampia convergenza, riconoscendo la funzione del principale partito della coalizione e per questo arrivando a frenare le fughe in avanti di alcuni civitoti che addirittura profetizzavano un “risultato a doppia cifra” alle urne e tentavano arditi approcci con i candidati in corsa. Dopo aver a lungo e in modo disciplinato osservato i travagli piddini, ora con buona dose di pragmatismo hanno ascoltato tutti e sono giunti alla conclusione che la scelta migliore sia proprio Lo Russo. L’auspicio di Portas e Giaccone è che il loro passo in avanti possa finalmente sbloccare una impasse ormai stucchevole. Il Pd “non deve più perdere un attimo e indicare il suo candidato a sindaco di Torino. Perché per vincere bisogna cominciare a correre senza lasciare ulteriore tempo all’avversario”, in questo caso il candidato della destra Paolo Damilano che sta riempiendo la città di manifesti, pur ancora in assenza dell’investitura della coalizione. Portas ribadisce il suo parere contrario alle primarie “ma questo è un particolare. Il Pd faccia come crede, ma sia che si voti a giugno sia a settembre, a noi non sembra ci sia più il tempo. Qui oggi sono rappresentati i due terzi della coalizione alla quale dico che vorrei davvero vincere. Ma per farlo bisogna smettere di lasciare campo all’avversario e cominciare a correre. Sappiamo che il sindaco tocca al Pd, ed è a questo partito che ci rivolgiamo oggi perché non si sprechi più un minuto".

Sulla stessa linea di Moderati e Monviso, anche Demos-Democrazia Solidale, braccio politico della Comunità di Sant’Egidio, ritiene che la candidatura di Lo Russo rappresenti “la scelta migliore sia in termini di proposta programmatica che per il percorso politico e l’esperienza professionale. Auspichiamo in tempi brevi una sintesi all’interno della coalizione di centrosinistra che permetta di potere avviare un percorso di rinascita e sviluppo della città nei prossimi dieci anni”.

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