TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd (quasi) su Lo Russo, Portas: "Basta logorarlo"

Giorni decisivi nel centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Torino. Lepri dice no alle primarie e apre a un'intesa in tempi brevi. Caustico il leader dei Moderati: "Speriamo che nessuno, intanto, chieda alla Littizzetto"

Lo slittamento del voto in autunno non riaccende nel Pd la voglia di primarie. Tutt’altro. Mentre i candidati della primissima ora – su tutti Enzo Lavolta e il radicale Igor Boni – continuano a chiedere a gran voce l’investitura nei gazebo per il prossimo candidato sindaco del centrosinistra, nel primo partito della coalizione la strada sembra ormai segnata. Ed è quella che nei prossimi giorni potrebbe portare a un’accelerazione su uno dei pretendenti. In questo senso assume particolare rilevanza la posizione di Stefano Lepri, deputato e componente della segreteria (da qualche ora acefala) del Nazareno: le dimissioni di Nicola Zingaretti non cambiano il percorso intrapreso tra le principali componenti del partito torinese: “L’attuale situazione dei contagi non consente di ragionare sulle primarie e il rinvio del voto in autunno non può essere l’occasione per perdere (o prendere, a seconda dei punti di vista) ulteriore tempo” ha detto ieri allo Spiffero Lepri. Una posizione che di fatto segna una cesura anche nei confronti di quella sinistra con cui governa il partito piemontese, rappresentata dal segretario Paolo Furia. Sulla stessa posizione di Lepri, neanche a dirlo, anche il vicesegretario Monica Canalis, che guida la pattuglia dei cattodem in direzione. A questo punto sembra preclusa la strada verso le primarie, se non altro perché ad approvarne il regolamento (che siano in presenza o da remoto) dovrebbe essere proprio la direzione regionale, dove Lepri e Canalis hanno i numeri per bloccare una iniziativa di questo tipo.

Contatti sono all’ordine del giorno anche con gli altri partiti del centrosinistra. L’obiettivo è di serrare i ranghi in vista della quadratura del cerchio, anche perché non mancano segnali d’insofferenza, da destra come da sinistra. Nei giorni scorsi Lepri ha incontrato a Roma il leader dei Moderati Mimmo Portas, secondo azionista della coalizione e deputato eletto nella lista del Pd. Persino lui, solitamente poco incline alla polemica dà segni di irrequietezza: “Chissà se dopo Marchisio chiederemo anche alla Littizzetto di fare il sindaco oppure se non sia ora di dare il via libera al migliore che abbiamo, cioè Stefano Lo Russo”. È lui, il capogruppo dem in Sala Rossa e docente del Politecnico, il candidato sul quale stanno convergendo anche i più recalcitranti, coloro che all’inizio erano orientati verso il rettore Guido Saracco e poi sul mago dei trapianti Mauro Salizzoni. Gli sherpa dei vari schieramenti tessono la tela, persino dalla senatrice Anna Rossomando sono arrivati segnali di conciliazione. Insomma, pare proprio che i tempi siano maturi. Di qui l’ultimo appello di Portas: “Non facciamolo diventare un candidato di risulta, evitiamo di logorarlo col fuoco amico”.

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