VERSO IL VOTO

Salizzoni getta la spugna

Il chirurgo si ritira dalla competizione interna al centrosinistra per guidare la coalizione alle prossime amministrative di Torino. "Troppe riserve su di me, soprattutto nel Pd" - LEGGI LA LETTERA

La notizia era nell’aria da tempo. Lui stesso forse non ci ha mai creduto fino in fondo a una candidatura a sindaco. E così dopo una candidatura che era solo una disponibilità ora Mauro Salizzoni si sfila dalla corsa per guidare la coalizione di centrosinistra alle prossime amministrative di Torino. Lo fa attraverso una lettera in cui spiega le motivazioni della sua decisione, anticipata un mese fa dallo Spiffero.

“Mesi fa avevo accolto l’invito, ricevuto da più parti, di mettermi a disposizione del centro sinistra” è l’incipit. Poi le motivazioni che lo portano al passo indietro: “Il mio profilo (umano, professionale e di passione civile), che viene visto da molte persone come un fattore di rinnovamento per la politica e per le sorti del nostro territorio, è stato ritenuto da alcune forze politiche (in particolare dentro il Pd) come l’elemento di debolezza di una candidatura che non sarebbe adeguata a governare una città complessa. Per cui, di fronte a queste riserve, in assenza di un ampio accordo sul mio nome, non intendo essere di intralcio e preferisco farmi da parte”. Leggi qui la lettera

Salizzoni, che due anni orsono è stato eletto a furor di popolo a Palazzo Lascaris dov’è vicepresidente del Consiglio regionale, era sostenuto da una parte della sinistra Pd (suo principale sponsor la numero due del Senato Anna Rossomando) e da Leu, in particolare con il collega Marco Grimaldi. Le sue possibilità di riuscita sono crollate dopo il confronto, organizzato da Moderati e Lista Monviso, con l’altro principale competitor, il professore del Politecnico e capogruppo dem in Sala Rossa Stefano Lo Russo. Un match dal quale l’ex mago dei trapianti di fegato uscì con le ossa rotte. Da allora meditava il ritiro. Oggi lo ha formalizzato.