ECONOMIA DOMESTICA

2020, anno nero dell'export

Effetto Covid anche sulle vendite all'estero che in Piemonte sono calate del 12,7%. Un dato peggiore di quello nazionale (-9,7%). Fa ben sperare la flebile ripresa del quarto trimestre. L'indagine di Unioncamere

Gli effetti della pandemia da Covid-19 sugli scambi internazionali sono stati pesantissimi. Nel 2020 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato sui 41 miliardi, registrando una contrazione del 12,7% rispetto al 2019. La dinamica è stata fortemente negativa nei primi tre trimestri dell’anno, con una ripresa modesta nell'ultimo. Sul fronte delle importazioni la flessione è del 13,5%: il valore è sceso a 27,9 miliardi. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 13,1 miliardi di euro, permane di segno positivo, ma 1 miliardo in meno rispetto all’anno precedente. Il risultato negativo del Piemonte nel 2020 è più consistente rispetto a quello medio nazionale (-9,7%).

“L’emergenza sanitaria mondiale e la paralisi internazionale delle merci non potevano non interessare anche il Piemonte. Il risultato positivo solo dell’ultimo trimestre 2020 (+2%) ci fa, invece, ben sperare nella possibilità per la nostra regione di una ripresa dei valori del commercio estero. Continua a essere prioritaria, però, l’attuazione di un rapido piano vaccini nazionale e internazionale” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Solo il comparto alimentare ha chiuso l’anno con una sostanziale stabilità rispetto al 2019. Registrano una flessione superiore rispetto alla media regionale il tessile abbigliamento, la cui vendite oltre confine calano del 19,9%. Anche i mezzi di trasporto, secondo comparto dell’export regionale, mostrano un calo elevato (-18%), in particolare la nautica (-53,8%) e il ferro-tranviario (-27,9%). L’aerospaziale è in calo del 21,5%, seguito dalla componentistica autoveicolare (-19,7%). Elevato, ma più contento della media del settore, il calo dell'export di autoveicoli (-13,2%). Analizzando la destinazione delle vendite piemontesi all’estero si osserva come il principale bacino di riferimento risulti anche nel 2020, nonostante la Brexit, l’Ue 27, verso cui è diretto il 55,4% dell’export regionale, contro il 44,6% destinato ai mercati extra-Ue.

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