LOTTA AL COVID

Una troika "commissaria" Rinaudo

La sospensione delle vaccinazioni con AstraZeneca decisa ieri, pur motivata da ragione di cautela, non ha seguito i protocolli. L'ex pm non avrebbe potuto sostituirsi all'Aifa. Decisa la costituzione di un organismo sanitario di "supporto" composto da Zulian, Griglio e Poggi

Se la decisione di bloccare il vaccino AstraZeneca in tutto il Paese fa dire al commissario dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo che il Piemonte è stato lungimirante nello stoppare ieri prima tutte le inoculazioni con quel farmaco, poi soltanto il lotto da cui proviene la dose somministrata all’insegnate di Biella morto poche ore dopo, questo non esclude il fatto che nell’occasione non sia stato seguito il protocollo previsto. Non solo: l’ex magistrato non ha i poteri per adottare l’atto che invece ha compiuto ordinando a tutte le Asl di sospendere le vaccinazioni. Un vulnus delle disposizioni che non solo ha provocato una assai dura reazione del ministro della Salute Roberto Speranza, esternata ieri in una telefonata con il governatore Alberto Cirio, ma ha posto un problema che non può attendere soluzione.

Tant’è che oggi pomeriggio nel corso di una riunione ristretta al Dirmei, presente lo stesso presidente della Regione, è stata decisa l’istituzione immediata di un organismo in grado di affrontare, 24 su 24, casi come quello di ieri o, comunque, di assumere decisioni che richiedono figure di carattere sanitario e di nessun altro genere. Da subito sarà quindi operativa nell’ambito del dipartimento interaziendale una troika, composta dal direttore del settore Covid della Regione Gianfranco Zulian, dal vicedirettore della sanità Bartolomeo Griglio e dalla responsabile del settore farmaceutico Laura Poggi. Saranno loro il terminale delle richieste delle Asl in casi in cui ci siano decisioni da assumere che valichino l’ambito normale delle aziende o che richiedano comunicazioni e interventi di organismi nazionali. La troika sanitaria arriva dunque dopo il pasticcio procedurale di ieri e la presa d’atto che nei poteri del commissario coordinatore della campagna vaccinale non c’era affatto quello di bloccare la vaccinazione, provocando un cortocircuito con Aifa e il ministero e con le stesse aziende sanitarie accentuato dal primo provvedimento seguito nel giro di pochissime ore da uno diverso. Entrambi sarebbero spettati all’Aifa.

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