Decreto Sostegni, meno soldi
al sistema neve del Piemonte
Oscar Serra 06:45 Lunedì 22 Marzo 2021
I Comuni montani della regione rischiano di essere penalizzati da una ripartizione che tiene conto delle presenze nelle strutture ricettive. Il Trentino Alto Adige fa la parte del leone. L'allarme del consigliere regionale Valle: "Servono subito dei correttivi"
Il decreto Sostegni, così com’è, sosterrà ben poco il Sistema Neve del Piemonte che rischia di ricevere solo le briciole dei 700 milioni promessi ai Comuni montani dall’ultimo provvedimento del Governo Draghi. Almeno se non verranno modificati i parametri con cui vengono assegnate le risorse. La norma, infatti, prevede che i ristori vengano attribuiti sulla base delle presenze turistiche riferite al 2019, l’ultima stagione piena prima del Covid. E cosa si intende per presenze turistiche? Sono quelle registrate negli alberghi. Qualcosa di molto simile a una beffa per un sistema, come quello piemontese, che si basa in gran parte sulle seconde case e i cosiddetti affitti a lungo termine.
E dire che per ottenere quelle risorse è scesa in campo, o meglio in pista, un’agguerrita lobby politica regionale, quanto più trasversale, composta dalle deputate Silvia Fregolent di Italia Viva e Claudia Porchietto di Forza Italia, in una triangolazione con il viceministro dell’Economia, la grillina Laura Castelli, che ieri infatti rivendicavano il successo, ripercorrendo l’iter tortuoso di un atto che alla fine ha ottenuto 100 milioni in più del previsto. Ma tutto questo sforzo, alla fine, potrebbe andare a beneficio in particolare del Trentino Alto Adige e, in subordine, a Lombardia e Valle d'Aosta, mentre al Piemonte rimarrà ben poco in termini di quattrini.
Secondo i dati Istat, nel 2018 le presenze alberghiere in Piemonte sono state 3,3 milioni. Tanti? Non proprio se si tiene conto che nella piccola Valle d’Aosta sono state 3,6 milioni. La provincia di Trento, invece, ha avuto nelle proprie strutture 18,1 milioni di turisti, mentre Bolzano addirittura 33,3 milioni. È la traduzione in numeri di quanto le Dolomiti oggi rappresentino una meta privilegiata di tedeschi e austriaci, con un sistema alberghiero di alto livello, mentre le montagne piemontesi godono in particolare di un turismo interno. A Bardonecchia, tanto per fare un esempio, su 42mila posti letto complessivi, 40mila sono in alloggi privati e solo 2mila in ambito ricettivo (cioè legati al sistema alberghiero).
“È proprio su questi numeri che si baserà il Governo per assegnare le risorse e il Piemonte, in assenza di correttivi, rischia di finire in coda alla graduatoria” lancia l’allarme Daniele Valle, consigliere regionale del Partito democratico, autore della riforma della legge sugli impianti sciistici. In proporzione alle presenze alberghiere sul proprio territorio il Piemonte potrebbe ottenere una cifra vicina ai 35 milioni (il 5 per cento dello stanziamento complessivo), mentre il Trentino Alto Adige vedrebbe piovere sulla propria testa ben 460 milioni. Una sproporzione enorme cui, conclude Valle, “è necessario porre immediatamente rimedio”.