ECONOMIA DOMESTICA

Cala (di poco) l'occupazione

Il blocco dei licenziamenti ha in parte ammortizzato gli effetti della crisi economica dello scorso anno dovuta all'emergenza sanitaria. In Piemonte occupati giù del 2,8%. E il decreto Rilancio dà ossigeno al comparto delle costruzioni. La rilevazione di Unioncamere

Diminuisce nel 2020 il numero di occupati in Piemonte. Colpa del Covid e in particolare delle misure restrittive legate al contenimento dell’epidemia, ma il blocco dei licenziamenti ha finora “evitato che le ricadute su occupazione ed economia assumessero toni drammatici”. Nell’anno passato gli occupati sono stati 1 milione 778mila, il 2,8% in meno rispetto alla media 2019. Il 55,6% è rappresentato da uomini contro il 44,4% di donne.Il calo degli occupati di 52mila unità è riconducibile a una marcata flessione del comparto agricolo (-5,3%) e di commercio e turismo (-4,4%), seguita da una contrazione nelle altre attività di servizi (-3,6%).  Una flessione in linea con la media complessiva ha caratterizzato, invece, l’industria in senso stretto (-2,8%). Unico comparto in crescita risulta quello delle costruzioni (+10,9%) spinto dal Decreto Rilancio 2020, cheha aperto nuove interessanti prospettive per il settore.

Sono i dati forniti da Unioncamere.  “La situazione emergenziale che continuiamo a vivere ha avuto un impatto determinante sulla crescita e lo sviluppo economico della nostra regione – commenta il presidente Gian Paolo Coscia –. La sospensione e il rallentamento di alcune categorie produttive hanno determinato conseguenze senza precedenti sulla produzione delle nostre merci e sull’erogazione di servizi e, di conseguenza, anche sull’occupazione. Gli ammortizzatori sociali e le strategie adottate a più livelli per evitare contraccolpi ancora più seri stanno svolgendo un ruolo di paracadute, purtroppo non del tutto sufficiente”.

Nel 2020 l’occupazione dipendente è calata dell’1,6%, mentre per quella indipendente la contrazione ha assunto un’intensità maggiore (-6,6%). La riduzione ha interessato in particolare gli occupati a tempo parziale (-8,8%), mentre quelli a tempo pieno hanno evidenziato un calo inferiore alla media (-1,4%). Sono stati i titoli di studio meno qualificati a segnare la flessione più elevata. Sono apparsi, invece, stabili gli occupati con laurea e post-laurea.  Sul fronte dei disoccupati, si rileva un calo di 7mila unità rispetto al 2019, parallelamente è aumentato il numero di inattivi (coloro che non hanno un lavoro, ma non lo cercano nemmeno).

Analizzando il tasso di occupazione appare evidente la diminuzione registrata sia dal Piemonte, che passa dal 59% del 2019 al 58,1% del 2020, sia dell’Italia che perde circa un punto e mezzo, attestandosi al 64,6%. Permane il noto divario di genere: circa 13,6 punti separano il tasso di occupazione maschile (71,4%) da quello femminile (57,8%). La disoccupazione del Piemonte (7,5%) si mantiene su livelli nettamente inferiori a quelli medi nazionali (9,2%). Anche su questo fronte esiste un evidente scarto di genere, quello maschile nel 2020 si attesta al 6,5% e quello femminile all’8,8%. Tra i più giovani (15-24 anni) la disoccupazione in Piemonte è del 24,6% e continua a essere marcatamente maggiore alla media europea (15,2%), ma inferiore rispetto a quella nazionale (29,4%).

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