TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, Montagna prepara la scalata

Incassati i complimenti di Boccia, il sindaco vuole esportare il "modello Moncalieri" anche a Torino. Attacca il segretario provinciale Carretta sulla gestione delle amministrative e prepara il terreno per proporsi come suo successore. Congresso in autunno

E se il “modello Moncalieri” evocato da Francesco Boccia nell’incontro da remoto con il circolo cittadino venisse esportato nel capoluogo? Ci sta pensando Paolo Montagna e ha già iniziato a gettare il seme di una discesa in campo che i suoi danno per probabile. L’endorsement del responsabile Enti locali nella nuova segreteria di Enrico Letta è solo un tassello del mosaico che uno dei sindaci più carismatici e controversi della cintura torinese sta costruendo.

Moncalieri è la città più popolosa dell’area metropolitana, la quinta del Piemonte, il suo sindaco, rieletto al primo turno l’anno scorso con qualcosa di molto simile a un plebiscito, è anche un esponente politico di primo piano, sul quale però pesano due rinvii a giudizio: il primo per accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine (aveva chiesto a un funzionario del Comune di Torino di controllare i precedenti penali di un cittadino) il secondo per falso, giacché secondo il pm Gianfranco Colace non avrebbe svolto il servizio di messa in prova che gli era stato concesso dal giudice. Due procedimenti giudiziarie che, almeno finora, non ne hanno arrestato l’ascesa.

In una riunione di qualche settimana fa, dirigenti del partito a lui vicini hanno virato rispetto all’ordine del giorno, intervenendo con parole di biasimo per la gestione della Federazione di Torino delle amministrative nel capoluogo. Lo stesso Montagna non ha mai nascosto un certo astio politico nei confronti di Mimmo Carretta, manifestato anche nell’ultimo incontro con Boccia quando il sindaco ha puntato il dito contro il partito torinese, responsabile, a suo giudizio, di non aver ancora individuato un candidato sindaco.

Preparare il terreno, spianare la strada indicando un colpevole al malcontento che serpeggia nel partito per l’impasse che dura da mesi. Sempre secondo quanto prefigurato da alcuni dei suoi collaboratori bisogna partire rinnovando quell’asse con Nichelino che ha portato all’elezione di Diego Sarno in Consiglio regionale. E da lì estendere il consenso. Moncalieri e Nichelino, da sempre considerate due repubbliche autonome nella geografia del Pd subalpino, che dopo anni di contrapposizioni ora hanno stretto un patto territoriale e politico, attraverso il quale arrivare addirittura a conquistare Torino.  

Moncalieri, almeno in apparenza, è un monolite attorno al suo sindaco. Quando un anno fa hanno iniziato a circolare voci di possibili candidature alternative a quella di Montagna, nel centrosinistra, lui con un’operazione fulminea ha fatto sì che il partito cittadino s’incontrasse e si esprimesse a suo favore bloccando sul nascere ogni altra ipotesi. Il segretario locale Danilo Lanè è un fedelissimo al punto che gli è stata perdonato anche qualche scivolone, non solo politico, in questi anni. Ora però è pronto a passare la mano e, nonostante qualche resistenza, Montagna ha individuato in Silvano Costantino il successore.

Consolidare la posizione a Moncalieri per poi sferrare l’attacco a Torino. Questo è il progetto di Montagna. In autunno, infatti, scadrà il mandato dell’attuale segreteria provinciale ed è evidente che i rapporti di forza si giocheranno molto sull’esito delle candidature a sindaco, prima, e poi delle urne dopo. Carretta e buona parte della sua squadra si sono già esposti (nei fatti) per Stefano Lo Russo e avversano un accordo con il Movimento 5 stelle. Non a caso Montagna, che un anno fa si è ben guardato dal cercare qualunque accordo con i pentastellati, ora ha un approccio molto più possibilista, anzi esorta il partito a “definire una proposta da offrire ai Cinquestelle”.

Segnali di un percorso che è ormai iniziato. Il sindaco di Moncalieri è sostanzialmente un battitore libero, legato comunque alla sinistra del partito. Nella sua corsa conta su un mix di alleanza territoriale (coinvolgendo tutta la zona Sud) e correntizia, ricompattando gli ex Ds del partito. Infine sull’aiuto degli altri sindaci delle grandi città dell’hinterland.  

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