Lockdown a Palazzo

Dicono che… come durante la prima ondata, il Consiglio regionale del Piemonte sia quello che più di tutti ha scelto la via del lockdown duro e puro per ridurre al minimo il rischio di contagi tra politici e personale dello staff. Negli ultimi dodici mesi Palazzo Lascaris è stato aperto solo tra metà luglio e metà ottobre, poi è tornato a riunirsi da remoto. Così il parlamentino piemontese resta off limits, mentre dai suoi scranni virtuali gli indomiti esponenti di maggioranza e opposizione invocano, a fasi alterne, le ri-aperture (di bar, ristoranti, negozi. Tutti tranne loro). Una situazione paradossale che ha di fatto sterilizzato il dibattito d’aula (fatta eccezione per qualche rumore molesto di chi ancora si dimentica di spegnere il microfono) mentre le principali regioni d’Italia si riuniscono dal vivo: Liguria, Sicilia, Calabria, Lombardia. Qualcuna resta in modalità mista (Emilia-Romagna, Toscana, Lazio). Solo il Piemonte e la Puglia restano in lockdown e lo spettacolo offerto in questa giornata di votazioni - tra errori di connessione e incapacità a utilizzare il nuovo sistema operativo - è a dir poco avvilente.

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