OPERE & OMISSIONI

Tav ferma, Governo desaparecido

Stanziati finora 150 milioni sui quasi 2 miliardi necessari per la tratta nazionale. Rfi non ha ancora avviato la progettazione e manca da due anni un commissario. L'allarme del deputato Gariglio. Dopo la notte di guerriglia il flash mob organizzato dal madaMino Giachino

Per essere un cantiere dell’alta velocità, tra burocrazia, ordine pubblico e incapacità politica, i lavori per la Tav proseguono a rilento. Anzi, quelli relativi alla tratta italiana tra Torino e Bussoleno sono al palo, non sono finanziati e non c’è ancora neanche un progetto definitivo. “Chiediamo al governo un cambio di passo perché sulla capacità di portare a termine l’opera nei tempi stabiliti si gioca oggi gran parte della credibilità del nostro Paese” lancia l’allarme il deputato torinese Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio.

A rischio non c’è solo la credibilità dell’Italia, ma anche i contributi europei, per la precisione qualcosa come 750 milioni. Mentre procedono i lavori sul tunnel di base, la tratta nazionale è ferma con il rischio di avere l’alta velocità fino a Torino, una ferrovia dell’Ottocento dal capoluogo al confine con la Francia e poi di nuovo l’alta velocità per collegare l’Italia al resto d’Europa. Un paradosso cui bisogna porre rimedio, innanzitutto mettendo su quell’opera i fondi necessari. Su un costo complessivo di 1,7 miliardi il Governo ha stanziato, a oggi, 65,5 milioni per la connessione tra la Torino-Lione e l’Interporto di Orbassano, mentre per l’adeguamento della linea storica sono disponibili 81 milioni sui 200 necessari. “Serve un input del Governo per ripartire – prosegue Gariglio –. Rfi, cui spetta il compito della progettazione è ferma, non c’è una data per quanto riguarda il possibile inizio dei lavori”. E a questo proposito “potrebbe essere utile un commissario per l’opera”, lo stesso che l’ex ministro dei Trasporti Paola De Micheli si è sempre rifiutata di indicare e che ora il nuovo titolare del Mit Enrico Giovannini potrebbe mettere in pista per dare un’accelerata. A chiedere un cambio di passo è anche la Lega: “Ora avanti veloci per l’attuazione delle opere con la chiusura del negoziato della parte economica con Bruxelles affinché il finanziamento superi il 50 per cento – affermano in una nota i deputati Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto –. Inoltre, ribadiamo la necessità di un commissario ad acta per la tratta italiana particolarmente importante per l’economia del Nord-Ovest e di tutto il Paese”.

E mentre lo Stato tace, a far rumore sono state questa notte le proteste dei soliti facinorosi No Tav che hanno lanciato lacrimogeni verso operai e forze dell’ordine in occasione dell’apertura del cantiere per il nuovo autoporto Sitaf di San Didero che dovrà sostituire quello di Susa. Alla fine dell'ennesima guerriglia il bilancio è di quattro feriti, tre agenti di polizia e un operaio. “Non sono azioni di protesta ma atti di guerriglia e sabotaggio”, afferma Gariglio, che impongono ormai da anni il dispiegamento di esercito e forze dell’ordine a difesa dei cantieri.

Intanto l’Europa intende rispettare i patti, incrementando il proprio investimento sull’opera. Se il Parlamento Europeo, quest’estate, darà il via libera al nuovo regolamento per il finanziamento delle infrastrutture internazionali nel periodo 2021-2017, Italia e Francia otterranno uno sconto sulla Torino-Lione per un miliardo di euro. Per la parte transnazionale – a partire dal tunnel di base di 57,5 km – l’Italia dovrebbe spendere 2,4 miliardi e la Francia 1,8 rispetto agli 8,6 miliardi complessivi certificati nel 2012. È la considerazione riportata dal Comité pour la Transalpine che cita l’accordo raggiunto, a marzo, da Parlamento, Commissione e Consiglio Ue e già validato dal Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) in seno allo stesso Consiglio d’Europa. Con il sì di Strasburgo, il cofinanziamento europeo dell’opera passerebbe dal 40% al 50%, inoltre si aggiungerebbe un bonus di un ulteriore 5% “per incoraggiare le buone pratiche integrativa dei cantieri guidati da un’unica struttura di gestione”, come è il caso di Telt, il promotore pubblico incaricato di costruire l’infrastruttura.

E per incalzare il Governo sulla necessità di viaggiare ad alta velocità anche per quanto riguarda i cantieri, stasera alle 17 è in programma un flash mob in favore della Tav nel centro di Torino. Lo organizza Mino Giachino, uno dei promotori con le madamin delle manifestazioni a favore dell'opera durante il governo gialloverde. Appuntamento in piazza Castello, sotto gli uffici della Regione: “Il governo giallorosso – dice Giachino – è stato paralizzato dai grillini e la ministra De Micheli non ha fatto nulla per la Tav, non ha nominato il commissario che sveltirebbe pratiche e richieste all’Europa e non ha mandato avanti i progetti. Si è già perso troppo tempo e questo farà perdere lavoro al commercio e alla edilizia torinese”.

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