VERSO IL VOTO

Pd, ultima corte a Saracco poi via libera a Lo Russo

Boccia oggi e domani a Torino per sciogliere il nodo-candidato. Il partito locale è già in gran parte schierato con il capogruppo in Sala Rossa e contro l'alleanza col M5s. Il sondaggio non dà indicazioni precise e perdono quota le primarie allargate ai grillini

Quando Francesco Boccia, incaricato da Enrico Letta di istruire i dossier delle principali città al voto, atterrerà a Torino troverà un Pd in gran parte già schierato. È un compito ingrato quello che gli è stato affidato dal segretario nazionale, e cioè di portare avanti una linea che, almeno nel capoluogo piemontese, potrebbe farlo entrare in rotta di collisione con gli iscritti e con quell’esercito di piccoli amministratori locali che in larga maggioranza si sono già espressi: contro un’alleanza con il Movimento 5 stelle – almeno al primo turno – e a favore di un candidato, Stefano Lo Russo, che non è ancora riuscito a scaldare il cuore dei vertici nazionali.

Un’agenda fittissima segnerà, oggi e domani, la due giorni sotto la Mole del responsabile Enti locali del Nazareno: il primo incontro a Palazzo Civico con i componenti del gruppo dem in Comune, poi i consiglieri regionali, i parlamentari, gli ex sindaci e naturalmente il segretario della Federazione torinese Mimmo Carretta e del partito piemontese Paolo Furia. Un appuntamento via l’altro e chissà se in mezzo troverà anche il tempo per vedere Chiara Appendino, la prima cittadina pentastellata che, come lui e lo stesso Letta, vorrebbe un’alleanza strutturale sul modello del BisConte sin dal primo turno. Ieri le distanze tra Pd e M5s sono ulteriormente aumentate dopo che il gruppo pentastellato in Sala Rossa ha offerto la propria solidarietà alla popolazione di San Didero per gli scontri di questi giorni (causati dai No Tav) ed è tornato a scagliarsi contro l'opera, mentre il Pd esprimeva vicinanza a operai e forze dell'ordine. Un'abile mossa da parte di chi, nel Movimento, provvede quotidianamente a minare la via di una intesa con i dem. In queste ore Boccia e Appendino si sono scambiati qualche messaggino ma nessuna conferma (né smentita) è filtrata dai due riguardo un possibile faccia a faccia che, se avvenisse, dovrebbe restare segreto. Oltre a Lo Russo, Boccia vedrà anche Enzo Lavolta e Gianna Pentenero, outsider della sinistra interna. 

Ci sono cose che si fanno ma non si dicono. E Boccia questo lo sa bene. Anche il suo tentativo – estremo – di convincere Guido Saracco a tornare sui suoi passi deve rimanere riservato. Il rettore del Politecnico ha già fatto sapere in più occasioni di non essere interessato a ributtarsi in quell’agone da cui si è sfilato sei mesi orsono: lo ha detto a chi ne ha saggiato l’umore in queste settimane e confermato di fronte al Senato Accademico. Come potrebbe ora rimangiarsi l’impegno di restare al suo posto e interrompere anzitempo il mandato a capo di uno degli atenei più prestigiosi d’Italia? Lui stesso, in fondo, sa bene che, se in autunno la sua candidatura interpretava lo slancio di un fronte ampio verso una prospettiva civica in grado di unire la città, ora rischierebbe di essere percepita come l’atto perentorio di un gruppo dirigente alla canna del gas che scommette su un’alleanza in vitro (copyright Piero Fassino) per salvare essenzialmente se stesso. Il tutto con alte possibilità di perdere. Per questo, se colloquio ci sarà, meglio che non si sappia così da non incassare un più che probabile nuovo rifiuto e, nel contempo, evitare che ogni altra soluzione venga percepita come di ripiego.

A quanto trapela lo stesso sondaggio commissariato a Ipsos non fornirebbe elementi in grado di sciogliere con nettezza il groviglio. A partire dalla popolarità: Saracco e Lo Russo sarebbero appaiati e persino tra i diversi scenari prospettati – alleanza Pd-M5s o coalizione tradizionale di centrosinistra – non si registrerebbe un abisso. Peraltro tenendo conto di un contesto che vede Paolo Damilano, potenziale candidato del centrodestra, in campo già da mesi e i 5 Stelle locali ancor più in difficoltà rispetto al trend nazionale.

Anche eventuali primarie sono un’arma spuntata per Boccia. Le aveva ventilate nei giorni scorsi, ora sembra non esserne più tanto convinto. “Se le vogliono le faremo” si spazientisce un dirigente di lungo corso, “ma a quel punto Letta rischia una sconfessione della sua linea politica”. Con quasi tutto il gruppo dirigente locale al suo fianco, infatti, Lo Russo avrebbe ottime possibilità di spuntarla ai gazebo dopo una campagna all’insegna del No ai Cinquestelle.

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