LOTTA AL COVID

Vaccinazioni in farmacia,
si (ri)parte tra un mese

Il limite di età per AstraZeneca e il blocco di Johnson & Johnson cambiano i piani: tocca somministrare anche Pfizer e Moderna. Mana (Federfarma): "Riusciamo a garantire la catena del freddo". Mille esercizi in tutto il Piemonte pronti a entrare in servizio

Ci vorrà almeno un mese prima di poter vedere le prime vaccinazioni nelle farmacie. Ma sarebbe potuta andare peggio. Il blocco temporaneo e l’incerto destino del vaccino Johnson & Johnson, insieme alla raccomandazione di utilizzare AstraZeneca dai 60 anni in su ha paventato il rischio concreto di non poter far conto sulla rete delle farmacie, che in Piemonte sono circa 1.600, per l’immunizzazione quell’ampia parte di popolazione che va appunto dai sessantenni a scendere. 

Una previsione, quella di offrire il servizio a questa platea, motivata dall’enorme numero di persone e quindi dalla necessità di ampliare i punti vaccinali, aggiungendo ai medici di famiglia anche i farmacisti. Non che questi non avrebbero potuto vaccinare anche gli over 80, ma le lungaggini imposte dal protocollo siglato appena alla fine del mese scorso, a partire dai corsi di formazione, vedranno i farmacisti in grado di operare quando per la fascia di età a maggior rischio dovrebbe essere (almeno si spera) completata l’immunizzazione contro il Covid. “Il corso online è stato rilasciato soltanto quattro giorni fa”, spiega il presidente regionale di FederfarmaMassimo Mana. Poi serve un po’ di tempo per allestire i locali, “sempre sperando che poi i vaccini arrivino”. Ma se al momento dell’accordo con la Regione, il primo in Italia, lo scorso 19 gennaio si dava per scontato che i farmacisti avrebbero somministrato AstraZeneca e, successivamente, Johnson & Johnson, quel che è successo nel frattempo e le disposizioni per questi due vaccini hanno mandato all’aria i piani. Da qui l’esigenza di rivederli e adeguarli, cosa che è stata fatta ieri nell’incontro dei vertici regionali di Federfarma e di Assofarm, rappresentata dal presdiente Mario Corrado, con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi che al termine ha spiegato come sia stato definito “il percorso che consentirà ai farmacisti di somministrare anche i vaccini come Pfizer e Moderna, a vettore Rna virale, non appena avranno ultimato il corso di formazione. Ovviamente, come ribadito nel corso della visita in Piemonte del commissario straordinario generale Figliuolo, la condizione – ha aggiunto Icardi – essenziale è che vi sia la certezza dell’arrivo delle dosi di vaccino necessarie per proseguire la campagna vaccinale ed immunizzare la popolazione”.

Dunque il vaccino che aveva fatto precedere il suo arrivo, alla fine dell’anno scorso, con una serie di problemi legati alla catena del freddo, alla fine sarà somministrato anche nelle farmacie. “Visto che si può conservarlo a meno 20 gradi per 15 giorni e per 5 in un normale frigorifero, basta organizzarsi e programmare le consegne dai centri di stoccaggio ospedalieri”, spiega Mana. La sua associazione ha già censito in 1017 su 1600 le farmacie piemontesi che hanno dato la disponibilità a fare le vaccinazioni. “Stimando una decina di vaccinazioni al giorno per ogni farmacia si comprende come sia un apporto notevole su tutto il territorio regionale”. Decine di migliaia di vaccini alla settimana che se non si fosse trovata la soluzione per l’utilizzo anche per quelli come Pfizer e Moderna, sarebbero rimaste soltanto un’ottima idea ma non realizzabile.

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