CENTROSINISTRA

Lavolta corre con i Verdi
(per non restare al verde)

La raccolta delle 7mila firme necessarie per partecipare alle primarie potrebbe essere piuttosto ardua, così l'aspirante candidato sindaco prepara il piano B: farsi adottare dalla formazione ecologista. Uscirà dal Pd? Aspetti formali e questioni politiche

A poche ore dalla conferenza stampa, convocata per illustrare la sua corsa alle consultazioni del centrosinistra, i Verdi comunicano la scelta di “presentare Enzo Lavolta quale candidato alle primarie per la scelta del candidato sindaco per il Comune di Torino”. Il vicepresidente della Sala Rossa potrebbe così aggirare l’ostacolo della raccolta firme, facendosi adottare dall’unico partito del centrosinistra che, sin dall’inizio, ha scelto di appoggiarlo. Fin dalle prime battute è stato il suo piano B, quello da attuare se la missione di incassare 7mila sottoscrizioni tra gli elettori torinesi, in sole tre settimane, si rivelasse impossibile.

A questo punto, però, qualora davvero decisesse di intraprendere questa strada, si aprono due questioni – una di carattere formale e l’altra di natura squisitamente politica – dal momento che Lavolta è un iscritto del Pd, dirigente di lungo corso dell’ala sinistra del partito che fino a qualche settimana fa si riconosceva in Nicola Zingaretti. È evidente che si tratti di un escamotage per aggirare le regole interne imposte dal Nazareno ed è altrettanto pacifico che, se qualora scegliesse il patrocinio dei Verdi si troverebbe automaticamente fuori dal Pd.

Da un punto di vista politico, inoltre, non sfugge come la mossa dei Verdi possa creare un certo fastidio ai vertici del primo partito della coalizione che, a questo punto, si vedono imporre un proprio iscritto da un'altra formazione. E infatti i primi a manifestare disagio sono stati proprio gli ex compagni di corrente di Lavolta che già evocano il precedente di Roberto Placido, un altro ex piddino che, dopo aver tentato senza successo una candidatura a sindaco di Torino, è uscito dal partito per finire a patrocinare velleitarie liste e operazioni politiche nei comuni dell’hinterland subalpino. Da loro, infatti, sono arrivati gli ultimi appelli a Lavolta per chiedergli di rinunciare alla candidatura in nome dell'unità del partito, nel solco di quanto già fatto da Gianna Pentenero a favore di Stefano Lo Russo. “Rinunciare? E perché dovrei?” È stata la sua reazione al punto che ieri ha rilanciato chiedendo un aiuto addirittura al Movimento 5 stelle, in un appello che pare essere caduto nel vuoto. 

Che i Verdi, guidati a Torino da Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi, stravedano per Lavolta lo si registra anche dal comunicato stampa con cui questa mattina confermano il loro appoggio all’ex assessore all’Ambiente di Piero Fassino. Che siano pronti ad accoglierlo tra le proprie fila anche nel caso di una frattura definitiva con il Pd? Chissà. Di certo c’è che per il momento nessuno, tra i dem, ha intenzione di sollevare polemiche e, men che meno, mettere i bastoni tra le ruote del compagno Enzo. Nessuna intenzione di creargli degli alibi per trasformarlo in un martire. “Faccia quello che vuole – è la tesi – poi si vedrà”.

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