VERSO IL VOTO

Conte rilancia l'intesa giallorossa (e Appendino potrebbe ripensarci)

L'ex premier all'assemblea dei pentastellati torinesi insiste: "Dobbiamo ripartire dal mio governo, ogni scelta dovrà essere in sinergia con le scelte nazionali". Pressing sul Pd, "ma di fronte a chiusure di parte metteremo in campo le migliori risorse"

E se Godot alla fine si presenta ma non ha nulla da dire se non una vaga indicazione di aspettare, valutare, capire? Si guardano spaesati gli esponenti del M5s torinese mentre Giuseppe Conte in attesa di incoronazione, impegnato nella disputa a carte bollate con Davide Casaleggio che non vuole consegnargli l’elenco degli iscritti e quindi rende impossibile la convocazione di un’assemblea in grado di eleggerlo nuovo capo politico, spiega la sua strategia in vista delle amministrative nell’incontro virtuale con eletti, attivisti e parlamentari grillini: “Torino è tra le principali città che andranno al voto alle prossime amministrative di ottobre qui il Movimento 5 Stelle ha amministrato cinque anni con risultati che sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto l’ex premier delineando un percorso in “piena sinergia” proprio con il suo Governo, quello giallorosso ovviamente, durante il quale ha rivendicato “provvedimenti concreti” che hanno “iniettato risorse su Torino”, interventi capaci di avviare “un profondo processo di trasformazione, che vedrà il suo pieno compimento nei prossimi anni”. Una lista stilata un po’ alla carlona in cui compaiono (poche) realizzazioni accanto a tanti impegni ancora sulla carta: dai fondi per la Metro 2 (800 milioni già stanziati), al centro nazionale per l’Intelligenza Artificiale, al riconoscimento come area di crisi complessa, ai 20 milioni per il polo dell’automotive, alla legge sul debito, “solo per fare degli esempi”. 

“È da questa solida base che dobbiamo partire per consolidare e rilanciare quanto fatto sin qui, nel solco di un’azione politico-amministrativa che, a quanto riportano recenti sondaggi, trova consenso tra i cittadini”, ha aggiunto Conte riferendosi ad alcuni sondaggi che sono stati pubblicati nelle ultime settimane. “Chiederò un confronto con tutte le anime che hanno dato il loro contributo nell’esperienza del Governo Conte 2, e dall’esito di tale confronto dipenderanno anche le scelte sui territori”, ha ribadito. “Qualora emergessero chiusure di parte, in particolare da parte del Partito Democratico, che negassero questa prospettiva il Movimento 5 Stelle metterà in campo le migliori risorse possibili”. Che si pensi a un clamoroso ripensamento di Chiara Appendino, dopo che mesi fa la stessa prima cittadina si è tirata indietro a seguito dalle vicissitudini giudiziarie, utile a giustificare la versione del sacrificio per favorire l’intesa con il Pd? Chissà, nulla può essere escluso a priori in questa gabbia di matti: “Il Movimento 5 Stelle metterà in campo le migliori risorse possibili – si legge in una nota diffusa dopo l’incontro –, secondo tre possibilità: un’assoluta continuità con l’amministrazione attuale, una personalità di spicco nazionale o, ancora, una figura di eccellenza individuata nella società civile, tra le tante realtà che in questi anni hanno dato il loro contributo”. Uno schema che più d'uno ha interpretato come una porta chiusa di fronte alla capogruppo Valentina Sganga, la più accreditata a ricevere il testimone da Appendino in caso di scelta interna. I rapporti tra le due sono ormai ai minimi storici e pare proprio che l'asse tra Conte e la sindaca escluda si possa convergere su uno dei consiglieri dell'attuale maggioranza.

Mentre questa surreale riunione si svolge c’è chi lancia messaggi a esponenti del Pd: “C’è un posto in lista con voi?”. La sensazione è di un partito allo sbando, nato per far decidere la base e ritrovatosi impantanato per l’assenza di un leader che decida la linea politica. Appendino sta con l'ex premier e da quando è (momentaneamente?) tramontata l’ipotesi di un’alleanza al primo turno con il Pd ha preso a sondare esponenti civici in grado di guidare quel che resta dell’armata grillina. Aspettare, valutare gli scenari. Questo l’unico messaggio recapitato da Giuseppi il Temporeggiatore. Ci sono le liste da fare e questa volta non c’è la fila per correre (l’ultima ad aver annunciato la propria indisponibilità è la vicecapogruppo Giovanna Buccolo), bisogna scegliere un candidato sindaco. Aspettate, c’è tempo: questa la risposta che ricevono Sganga e l’assessore Alberto Unia che hanno posto domande su come procedere.

“Stiamo perdendo tempo prezioso in vista di un appuntamento elettorale troppo importante per la continuità del nostro progetto. Andiamo avanti uniti, ma andiamo avanti”, è il commento che Sganga affida ai social. “Io continuo il mio lavoro sul territorio per non farci trovare impreparati se la strategia proposta dovesse fallire. Già da tempo ho dato la mia disponibilità a correre per il Movimento 5 Stelle e a sostenere la proposta politica del territorio”. La numero uno grillina in Sala Rossa ricorda che nell’incontro di oggi “dopo un lungo scambio di opinioni ci hanno proposto di aspettare di avere definito l’organizzazione del nuovo Movimento prima di fare qualsiasi passo formale verso una candidatura autonoma. Il presidente Conte, anche giustamente visti i risultati che aveva ottenuto, spera si possa replicare alle comunali lo schema e l’alleanza del Conte 2. Si tratta di una strategia – aggiunge – di cui il presidente e Appendino si sono presi la responsabilità davanti al gruppo di lavoro sulle elezioni, anche se le scelte del centrosinistra torinese vanno in tutt’altra direzione e mi fanno dubitare si possa realizzare”. Intanto, giusto per segnare il proprio dissenso ha deciso di uscire dalla chat del gruppo: “Ci rivediamo quando torna il movimento”.

Una cosa è certa tutto è nelle mani dei vertici nazionali: "In ogni caso – dice Conte – qualsiasi scelta locale dovrà essere fatta insieme perché non è pensabile che una forza politica di respiro nazionale possa poi affidarsi a una gestione esclusivamente atomistica e parcellizzata delle realtà locali". Insomma, dall'uno vale uno al centralismo democratico. Intanto, Appendino, in rotta con una parte dei suoi, vaglia percorsi paralleli di reclutamento: c’è chi addirittura parla dell’ipotesi di schierare l’ex assessore dem Roberto Tricarico a capo del fronte grillino. Un camaleonte della politica cittadina, transitato dal Psi craxiano di Giusi La Ganga e Gabriele Salerno ai Verdi fino ai dem, pronto a guidare l’esercito in rotta dei pentastellati subalpini.

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