LOTTA AL COVID

Piemonte "immune" a settembre

Cirio usa prudenza, ma individua a fine estate la copertura con la prima dose. Icardi: "Siamo pronti a vaccinare a manetta, ma devono arrivare le forniture promesse". Qualche ritardo sull'applicazione della circolare di Figliuolo che allunga a 6 settimane il richiamo

Sparge prudenza, che non è mai troppa, Alberto Cirio prima di spostare da auspicio a previsione un Piemonte immune dal Covid “entro settembre”. Prudenza sul calendario, ma anche sul senso delle parole perché un’immunizzazione totale, considerando che non si vaccinano i bambini e i ragazzi e che l’ormai noto ed evocato gregge cui si associa l’immunità prevede l’estensione globale e il completamento della campagna vaccinale. Se, invece, si intende una regione che non sia più sotto la spada di Damocle dei ricoveri che mettono in difficoltà il sistema ospedaliero e, più ancora, dei decessi che dall’inizio ad oggi sommano alla tragica enorme cifra di 11.404, allora il traguardo di fine estate appare non solo realistico, quanto estremamente importante per gli aspetti sociali ed economici, oltre che sanitari dai quali gli altri discendono.

Un traguardo, tutto sommato non così lontano, considerato che già dai prossimi giorni il Governo potrebbe decidere ulteriori allentamenti delle misure, con il probabile ritorno anche all’interno dei ristoranti, proprio in virtù dell’andamento dei contagi, la riduzione costante dei ricoveri insieme ai decessi e, soprattutto, al ritmo con cui prosegue la campagna vaccinale. A ieri i piemontesi vaccinati con la prima dose sono 1 milione e 240mila, 578.609 quelli che hanno già ricevuto il richiamo. Intanto, mentre procede l’immunizzazione di settantenni e sessantenni, da domani si aprono le prenotazioni per la fascia 50-54 anni, dopo le pre-adesioni già registrate a inizio maggio per la fascia 55-59 anni. “Se a giugno arriveranno in Italia 25 milioni di dosi, come annunciato dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che significheranno circa 2 milioni per il Piemonte e accelerando il più possibile sulle vaccinazioni, il traguardo di settembre è certamente realistico”, spiega l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Il “se” che Icardi pone in premessa è la variabile da cui tutto dipende, come i ritardi negli approvvigionamenti che hanno segnato l’avvio e successive fasi della campagna vaccinale hanno purtroppo dimostrato. Ad oggi il calendario delle forniture si ferma al mese in corso. Le prossime consegne del farmaco Pfizer, del quale è stato somministrato il 92,4% del milione e 380.340 dosi, sono previste per il 13 con 151mila dosi, il 20 con 149mila e il 26 con 146mila. Per quanto riguarda il vaccino Moderna di cui è stato somministrato l’80,6% delle 167.600 dosi totali ricevute e del quale sono arrivate l’altro ieri 26mila dosi, è prevista una consegna di altrettante dosi per il 18 maggio. Per AstraZeneca di cui è stato inoculato il 71,7% delle 474mila dosi ricevute è previsto l’arrivo di 20.600 dosi il prossimo 20 maggio e non si hanno notizie di altre forniture tanto da imporre un utilizzo prudente per garantire entro fine giugno 227mila richiami. Infine, l’ultimo vaccino approvato, il Johnson&Johnson del quale è stato iniettato il 25,8 delle 24mila dosi ricevute, verrà consegnato il 13 per 11mila dosi, il 20 per 40mila e il 27 per 31mila dosi. Quest’ultimo prodotto è destinato principalmente ai medici di famiglia ad eccezione della quota dell’Asl Città di Torino, che fino a fine maggio viene trattenuta per completare la vaccinazione degli over 80 non trasportabili, vista la peculiarità di richiedere una sola somministrazione e quindi senza la necessità di richiamo.

Insieme all’indispensabile costanza e incremento delle forniture, a portare verso l’uscita dal tunnel grazie a una vasta copertura, sia pur parziale sotto il profilo clinico, dovrebbe essere anche il cambio di passo introdotto con l’allungamento dell’intervallo temporale tra la prima dose e il richiamo, anche per Pfizer e Moderna. La circolare del commissario Francesco Paolo Figliuolo riporta la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico circa “il prolungamento della somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima” per i vaccini Pfizer e Moderna ed evidenzia l’importanza di “incrementare la copertura dei soggetti non ancora vaccinati in uno scenario in cui vi è ancora le necessità nel paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid”. Il generale Figliuolo ha dato indicazioni chiare alle Regioni, affinchè “procedano con immediatezza ad applicare la nuova tempistica di somministrazione”. Il commissario dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo ha inviato a tutte le Asl la disposizione giovedì scorso. Ancora ieri, però, all’hub vaccinale del Lingotto, e probabilmente in molti altri centri della regione, si continuava a fissare a tre settimane la data del richiamo, pur avendo ricevuto venerdì la nuova indicazione. Un concetto piuttosto ampio dell’”immediatezza” richiamata dal generale.

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