OPERE & OMISSIONI

Alluvione, l'ira dei Comuni: "Dimenticati dalla Regione"

La rivolta dei sindaci (anche di centrodestra) contro le mancate erogazioni dei fondi. A novembre Cirio assicurava: "Tutto a posto, nessun ritardo". Il Pd con Borghi e Gribaudo attacca la giunta: "Faciloneria e dilettantismo". Intanto i 100 milioni restano a Roma

Fatto il lavoro, gabbato il sindaco. “Le opere le abbiamo realizzate, ma i soldi promessi non si abbiamo ancora visti e quando sono arrivati sono stati solo una parte”. I primi cittadini, che poi quasi sempre amministrano un paese, sono quelli che hanno affondato gli stivali nel fango l’autunno dello scorso anno e adesso rischiano di avere l’acqua alla gola guardando alle loro casse dove il denaro promesso quale parziale indennizzo dei danni provocati dall’alluvione di novembre e indispensabile risorsa per pagare i lavori di somma urgenza ancora non è entrato.

“Molti dei contributi promessi dopo l'alluvione dell'autunno 2020 dalla Regione non sono ancora arrivati", denunciano stremati i sindaci di comuni del Verbano-Cusio-Ossola, come Massiola, Ornavasso, Valstrona, Gravellona Toce e Omegna. "Abbiamo effettuato gli interventi immediati per la messa in sicurezza dopo il nubifragio dello scorso novembre – dicono gli amministratori di centrosinistra e anche di centrodestra come il leghista Paolo Marchioni che guida il Comune di Omegna – ma solo una parte di questi sono stati rimborsati”.

Come un fiume carsico, il problema della gestione del dossier post-alluvione da parte della Regione, riemerge dopo mesi. “Nessun ritardo, abbiamo fatto tutto quel che dovevamo fare nei tempi previsti”, diceva alla fine di novembre, due mesi dopo l’alluvione del 2 e 3 ottobre, il presidente della Regione Alberto Cirio rispedendo al mittente i rilievi e le critiche del Pd sulla gestione del dossier. “La Regione ha inoltrato richiesta della dichiarazione di Stato di Emergenza per tutto il Piemonte fin dall’inizio: la documentazione collegata alla richiesta è stata inviata al Dipartimento di Protezione civile in due note, una del 6 ottobre e una del 12 ottobre, inclusi anche i territori della Provincia di Alessandria e della Città Metropolitana di Torino”, spiegava in quei giorni l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi. Eppure i ritardi erano emersi dalle comunicazioni intercorse con il Dipartimento della Protezione Civile, guidato all’epoca da Angelo Borrelli.

“Abbiamo avuto ad oggi un contributo di 40mila euro a fronte di una spesa per i vari interventi, pari a 400mila euro – spiega il sindaco di Ornavasso Filippo Cigala Fulgosi –. Noi abbiamo pagato le aziende che hanno effettuati i lavori, ma ci sono comuni che, non potendo sfruttare avanzo di amministrazione, hanno dovuto fare debiti fuori bilancio senza poter pagare le aziende”. Un caso emblematico, quello di Ornavasso, purtroppo non l’unico.

Dove sono fermi i 15 milioni e, soprattutto i 100 della legge speciale? “A Torino e a Roma”, risponde il deputato del Pd Enrico Borghi che con la collega e compagna di partito Chiara Gribaudo aveva lavorato proprio alla legge speciale per il Piemonte. “La vicenda dell’alluvione è lo specchio del pressapochismo e della faciloneria e del dilettantismo con cui viene governata la Regione Piemonte”, attacca il deputato dem che nel Vco, in Ossola, è nato, risiede e ha guidato per anni il Comune di Vogogna.

“Erano stati stanziati immediatamente 15 milioni e poi con un nostro emendamento in legge di bilancio altri 100 milioni. Dove sono finiti questi soldi? La Regione li ha richiesti? Evidentemente no – sostiene Borghi – così ci troviamo a mesi di distanza dall’alluvione ad avere i sindaci che contestano i criteri stabiliti dalla Regione e gli imprenditori che denunciano di non avere avuto nessun rimborso, nonostante che i 15 milioni siano stati accreditato da dicembre sul conto della Regione e i 100 milioni siano a disposizioni della Regione stessa. Certo che se presentano le rendicontazioni così come hanno fatto il libro dei sogni del Recovery siamo a posto”. Il parlamentare del Pd punta l’indice sulla Regione e sulla sua gestione del dossier: “Mentre abbiamo il capogruppo della Lega – dice riferendosi ad Alberto Preioni – che spara cifre senza alcun riscontro in alcun atto ufficiale, gli imprenditori attendono e i Comuni sono abbandonati e il territorio viene trattato alla stregua di un feudo”. 

Ma come l’alluvione non ha colpito soltanto il Verbano-Cusio-Ossola, anche le difficoltà che i Comuni e il tessuto produttivo soffrono riguardano altre zone sconvolte dal disastro dell’ottobre scorso. Nelle scorse settimane a Ceva il comitato degli alluvionati ha sollecitato la demolizione e ricostruzione di un ponte e avanzato altre richieste alla Regione. In val Tanaro la rabbia per i ritardi monta da tempo. “Sto ancora aspettando che il presidente Cirio convochi l’incontro che mi aveva chiesto. Speriamo nel frattempo quei soldi non finiscano altrove”, dice la deputata cuneese Gribaudo. “Noi facciamo i legislatori e abbiamo fatto mettere soldi nella legge di bilancio, aspettiamo ancora che la Regione faccia la sua parte. E non si dia sempre colpa alla burocrazia, ci sono Comuni, artigiani e imprenditori che aspettano ormai da troppo tempo”.

Intanto pochi giorni fa l'assessore Gabusi rispondendo al presidente regionale di Uncem, Roberto Colombero scrive: “Condividiamo le preoccupazioni. A fronte di un fabbisogno totale di 1.353 milioni oggi sono stati stanziati solo 15 milioni su oltre 70 richiesti per per le somme urgenze per l’alluvione 2020. La nostra attività a Roma sta dando i suoi frutti. Il capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ci ha infatti garantito nei giorni scorsi l’erogazione delle coperture per le somme urgenze entro maggio. Stiamo all’erta per verificare che quanto annunciato diventi realtà”. Insomma, la Regione è in vigile attesa.

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