EMERGENZA COVID

Asl a rilento sui vaccini, direttori a rapporto da Cirio

Almeno un paio di aziende lontane dagli obiettivi prefissati. Cazziatoni in vista per i manager convocati in Piazza Castello. L'assessore Icardi: "Si deve accelerare anche sulle terapie intensive del piano Arcuri"

Appena insediati e subito chiamati a rapporto. I direttori generali delle Asl sono convocati per domani pomeriggio alle 16 in piazza Castello e non si annuncia un incontro né formale, né facile per molti vertici delle aziende, di fresca nomina o riconfermati. 

La questione è quella delle vaccinazioni, anche se come conferma l’assessore alla Sanità Luigi Icardi il forte messaggio di cambiare ritmo e accorciare i tempi riguarderà anche le terapie intensive del piano Arcuri sulle quali, come scritto oggi dallo Spiffero, il Piemonte è in pesante ritardo rispetto alla gran parte delle regioni.

La decisione di convocare, nel giro di poche ore, i direttori generali è stata assunta oggi nel corso della riunione al Dirmei dove lo stesso presidente Alberto Cirio, di fronte a una serie di dati che sottoporrà domani ai manager non ha nascosto tutta la sua irritazione. Una “classifica” che vede alcune aziende, tra le più importanti, essere ancora lontane dagli obiettivi fissati per la campagna vaccinale. Due in particolare.

E proprio di obiettivi parleranno domani Cirio e Icardi ai direttori con esplicito riferimento a quelli assegnati al momento della nomina, primo tra tutti proprio quello delle vaccinazioni con il rispetto dei parametri. Un argomento molto sensibile per i direttori generali visto che circa un 20 per cento della loro retribuzione è proprio legato al raggiungimento degli obiettivi indicati. Ma saranno anche i toni, se persisteranno quelli di oggi al Dirmei, a risultare “convincenti” nei confronti dei vertici aziendali e tali da indurli a cambiare in fretta marcia.

Per quanto riguarda gli over 60, secondo i dati elaborati da YouTrend, il Piemonte è quindicesimo con il 79,1 per cento della popolazione cui è stata somministrata almeno una dose (sotto la media nazionale, all’80,8%), mentre se si tiene conto di coloro che hanno completato il ciclo sale al tredicesimo posto con il 44%, anche in questo caso, però, al di sotto della media italiana (44,2%). La situazione non migliora, anzi, se si tiene conto della popolazione nel suo complesso: qui il Piemonte è terzultimo: ad aver avuto almeno una dose è il 44,4% delle persone (media Italia al 46,2), mentre il 23,8% ha completato il ciclo (media Italia al 22,5%). Oggi le somministrazioni sono state 36.114 e la Regione non è oltre il 90% di utilizzo delle scorte che ormai arrivano abbastanza regolari tutte le settimane. Troppe 300mila dosi ferme nei magazzini e soprattutto non più giustificabili con la necessità di conservarle per i richiami. Da qui la chiamata a rapporto. 

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