La crisi è complessa, politica evanescente 

Ora tutti d’accordo ma quando circa tre anni fa, come metalmeccanici della Cisl lanciammo la nostra campagna a sostegno del riconoscimento di Torino come Area complessa di crisi, tra politici che ci snobbavano e industriali che sostenevano che la parola crisi spaventava gli investitori, in molti arricciarono il naso. Speriamo che i soldi in arrivo per attirare nuove imprese non servano solo per “pestare” l’acqua nel mortaio con le iniziative già annunciate da anni come il manufacturing center e il polo aerospaziale, importanti ma sempre e solo di quelle parlano le nostre istituzioni. Magari, invece, qualcuno potrebbe dare notizie precise sul polo dell’Intelligenza artificiale o è già volato a Bologna?

Il futuro di Torino passa anche da questo risultato come dai finanziamenti del Pnrr e da una visione poliedrica e sferica della città e dell’area metropolitana. Visione sferica perché ogni specificità è collegata ad altre come una superficie liscia e tonda di una sfera. Industria, turismo, scuola, quartieri, ambiente, agricoltura e via discorrendo vanno uniti nella filiera della Città Metropolitana con Torino capofila. Ecco perché chi farà il sindaco di Torino non è solo importante ma fondamentale.

Sotto ogni titolo c’è sempre una parola: lavoro. Per primi sbagliano i sindacalisti che chiedono occupazione in primis. Bisogna chiedere lo sviluppo del territorio solo così arriva l’occupazione, il lavoro possibilmente stabile. Quindi le primarie del Pd sono il primo passo per capire chi sfiderà Paolo Damilano nel governo della città. È un primo test importante che non si può basare su quindici giorni di campagna elettorale ma occorre guardare ai cinque anni in cui il centrosinistra torinese è stato all’opposizione e come lo ha fatto.

Il Pd si rende riconoscibile per un dato che a Torino è dirimente: l’opposizione ai Cinquestelle. Per un torinese che si reca alle urne è l’unico elemento di riconoscibilità del lavoro fatto dal Pd in Comune e di conseguenza proponendo un’alternativa “chiara” a Chiara. D’altra parte che il MoViMento non riesca a trovare un candidato sindaco da esprimere la dice lunga sulla scena cinematografica di dissolvimento a cui sta andando incontro a Torino. Prendete i suoi ipotetici e “rappresentativi” candidati: Valentina Sganga ottenne 699 preferenze nel 2016, Alberto Unia ben 386 e Andrea Russi la meraviglia di 207 voti personali. Dei giganti di rappresentatività! Per i curiosi, Stefano Lo Russo, il più votato del Pd, 2541 preferenze.

Qualcuno, più di altri, in queste primarie usa la parola competenza. Termine poco usato a sinistra in cui si preferiscono termini più cari ai concetti di selezione berlusconiani. Salvo scegliere un candidato perdente e che non buca nessun video come il bravissimo professore e storico Angelo D’Orsi. Ma tant’è la sinistra dovrebbe dimostrare di voler rimediare all’errore del 2016 in cui insieme alla destra fece perdere il Pd. Invece persevera nella diabolicità dell’errore.

Competenza, termine che è anche alla base di tante rivendicazioni sindacali quando chiediamo il riconoscimento della professionalità del lavoratore, ad esempio. Ecco perché va premiato chi esce dalla genericità di una campagna elettorale e usa termini precisi e impegnativi. Se sei competente da sindaco di Torino saprai fare proposte attrattive, concrete, concludenti cioè che avranno una ricaduta effettiva sul territorio portando lavoro e crescita.

Lo sport locale dei politici oggi, invece, è dare la colpa agli altri, sempre e comunque, lo scaricabarile delle responsabilità e infatti né in Comune, né in Regione “non siamo andati da nessuna parte”. Ecco perché va premiato chi in questi anni ha reso evidente una scelta concreta dell’opposizione ai Cinquestelle, perché la coerenza è la seconda parola su cui un candidato deve basare il suo agire che insieme alla competenza possono garantire anche la gestione di ciò che il Pnrr prevederà per Torino e l’area metropolitana.

Coerenza e competenza requisiti essenziali se poi non è simpaticissimo ce ne faremo una ragione; ma di un altro che scende sotto il Palazzo e dà ragione a tutti contraddicendosi non sappiamo che farcene, invece ci serve un politico che sappia fare il sindaco e non il piacione anche perché ci sono tanti lavoratori e lavoratrici che aspettano delle risposte sul loro futuro.

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