VERSO IL VOTO

"Mai con Salvini e Meloni",
niet di Calenda ai sovranisti

In vista delle prossime amministrative il partito dell'ex ministro chiude la porta al centrodestra. L'obiettivo resta il terzo polo "purché non sia il terzo pollo". In Italia Viva appello degli iscritti di Torino per un'alleanza con il centrosinistra

Mai con Lega e Fratelli d’Italia. Da Italia Viva ad Azione l’input di militanti e iscritti ai vertici è chiaro. Populisti e sovranisti sono due facce della stessa medaglia e se un’alleanza con il Movimento 5 stelle è fuori discussione, allo stesso modo deve esserlo un’intesa con un centrodestra guidato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sebbene a Torino come in altre città si presenti sotto l’abito buono di un candidato civico qual è Paolo Damilano.

C’era anche Carlo Calenda, ieri, nella riunione in streaming con Matteo Richetti e i referenti territoriali di tutta Italia: un focus sulle prossime amministrative nel quale i rappresentanti di Torino si sono presentati con un documento teso a escludere ogni intesa con la destra. Un'impostazione condivisa anche con i gruppi delle altre principali città al voto e fatta propria dallo stesso Calenda. L’indicazione resta quella di un terzo polo, purché “non diventiamo il terzo pollo” si è lasciato sfuggire qualcuno che teme di rimanere isolato tra le coalizioni di destra, sinistra e cinquestelle. L’esito delle primarie sarà una variabile tutt’altro che indipendente.

È noto che in Azione convivano due sensibilità, per così dire, opposte: l’ala destra capitanata in Piemonte da Enrico Costa ha sempre strizzato l’occhio all’imprenditore acqua & vino – “Un augurio di buon lavoro a Damilano che porterà un po’ di Granda nella campagna elettorale di Torino. Al di là delle appartenenze politiche lo ritengo persona capace e perbene” l’ultimo tentativo di endorsement dell’ex ministro – e quella sinistra rappresentata dall’ex assessore dem Claudio Lubatti, che nella base è maggioritaria.

Il documento in cui si boccia un’alleanza con Lega e FdI è stato firmato da 25 dei 30 membri del Comitato provinciale del partito che tornerà a riunirsi venerdì prossimo, tre giorni dopo la riunione del regionale. Pronti a tirare le fila dopo le primarie del centrosinistra che in Azione vivranno da osservatori più che interessati. La sensazione è che se prevalesse un candidato in grado di costruire in extremis un cantiere con la nuova “cosa” di Giuseppe Conte (leggi Enzo Lavolta o Francesco Tresso), allora si aprirebbero degli spazi per quelle forze centriste che di andare a braccetto con gli eredi di Beppe Grillo, nell’eventualità in cui a vincere fosse l’area riformista (incarnata da Stefano Lo Russo e Igor Boni) allora non sarebbe escluso un avvicinamento al Pd. Sempre per evitare l’effetto terzo pollo.

Una situazione simile a quella che si vive in Italia Viva, dove un paio di settimane fa oltre sessanta iscritti hanno scritto un appello indirizzato a Ettore Rosato, Teresa Bellanova e ai deputati torinesi Silvia Fregolent e Mauro Marino in cui “chiediamo – si legge – che sia messo in atto ogni possibile tentativo per ricercare una fattiva collaborazione con le forze costituenti l’area del centrosinistra a Torino”. Un’iniziativa, secondo quanto si apprende, volta a stoppare sul nascere eventuali manovre di avvicinamento verso Damilano che secondo voci insistenti in ambienti renziani si sarebbe fatta portavoce proprio Fregolent. 

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