PALAZZO LASCARIS

Azzardo, 100mila emendamenti ma in gioco c'è la maggioranza

Dalle opposizioni una montagna di articoli aggiuntivi che neppure il super canguro potrà eliminare. Mesi di lavoro solo per registrarli. Fratelli d'Italia disponibile a cancellare solo la retroattività. Forza Italia molto cauta. E per la Lega si profila una seconda batosta

Cinquantamila sono già pronti, ma gli emendamenti delle opposizioni al disegno di legge regionale sul gioco d’azzardo pare siano destinati a raddoppiare. E come si notava ieri con legittima preoccupazione tra i leghisti, ci vorranno almeno un paio di mesi solo per dar modo agli uffici di vagliare e caricare quella enorme mole di documenti. Uno strumento di ostruzionismo che produrrà i suoi effetti ancor prima di arrivare in aula. Dove oggi approda, formalmente, il testo volto a sostituire l’attuale norma di contrasto alla ludopatia. Dunque si riaprono giochi, ma per la Lega si profila un’altra partita difficile e rischiosa dall’esito tutt’altro che certo. Il cambio di strategia cui, obtorto collo, la principale forza politica del centrodestra era stata costretta a ricorrere dopo l’insuperabile muro alzato dalle minoranze e dal mancato convinto sostegno degli alleati alla sua proposta di legge, non ha sgombrato il campo da ostacoli che potrebbero rivelarsi fatali e di cui le decine di migliaia di emendamenti del centrosinistra e dei Cinquestelle sono solo un, pur corposo, assaggio. 

Il cambio da proposta di legge presentata nei mesi scorsi solo dal partito di Matteo Salvini con l’ingloriosa fine cui è andato incontro, al disegno della legge prodotto dalla giunta presieduta da Alberto Cirio non è affatto meramente formale: la condivisione di tutti i partiti della maggioranza dovrebbe evitare trappoloni per i leghisti. Il condizionale, mai come in questo caso, è però d’obbligo. Non è un caso che da Fratelli d’Italia, partito che aveva negato il suo voto al testo dell’alleato leghista e che non ha cambiato di una virgola la sua posizione, si ricordi con puntigliosità come alla riunione della giunta in cui venne approvato il disegno di legge, non era presente nessun loro assessore: non c’era Maurizio Marrone e non c’era Elena Chiorino. C’è, da ieri, un consigliere in più sui banchi meloniani di Palazzo Lascaris, l’ex azzurro Carlo Riva Vercellotti, e anche questo può pesare a scapito delle previsioni leghiste di chiudere in fretta la partita. 

Altro che fretta. Tra cumuli di emendamenti e tentativi di superarli ricorrendo a un super canguro pronto ad essere tirato fuori dalla Lega, i tempi si profilano biblici. A proposito del marsupiale, la sua capacità di saltare tutti gli ostacoli disseminati da PdM5s e altre formazioni di minoranza, pare essere destinata a risultare ridotta. Nessun maxiemendamento della giunta, ovvero la cangurata, sembra valere per spazzare via artucoli aggiuntivi al testo proposti dalle opposizioni. Ed è proprio questo cavillo regolamentare a fare la differenza, tant’è che le decine di migliaia di emendamenti sono proprio formulati con questo criterio. 

“Non permetteremo lo smantellamento della buona legge contro il gioco d’azzardo patologico”, avvertono in una nota congiunta tutti i gruppi di minoranza. “In queste settimane di consultazioni la giunta non si è mai degnata di venire in Commissione per ascoltare le perplessità, i dati e gli appelli dei tanti auditi. La maggioranza è talmente sorda che il testo è stato richiamato in aula senza nemmeno aver iniziato l’analisi in commissione”. Chiaro l’avviso alla maggioranza, ma sarebbe più corretto dire alla Lega vista la posizione di FdI e quella della stessa Forza Italia disponibile a un intervento a favore delle sale gioco che non si sono messe in regola nei tempi previsti, ma nulla di più di questo. “Siamo pronti a bloccare anche questo blitz della giunta con una opposizione durissima in consiglio, con la convinzione che tra le priorità della Regione non vi sia, di certo, questa sanatoria e il ritorno al far west delle macchinette”.

Partita con il piede sbagliato, la Lega rilanciando dopo la batosta rischia concretamente di bissare la sconfitta. Di certo i tempi, come si è detto, saranno lunghi. E questo non garba affatto al resto della maggioranza, soprattutto ai Fratelli d’Italia che se da una parte restano fermi sulla loro posizione apertamente critica al testo, dall’altra non mostrano affatto l’intenzione di subire una paralisi dell’attività del consiglio per mesi solo per quello che ormai è un totem della Lega. O un’impuntatura, come dice qualcuno nella stessa maggioranza.

print_icon