POLITICA & CASELLO

Torino-Piacenza, Lega: "Annullare la gara"

Richiesta al ministro di rifare il bando. Con l'esclusione di Astm e l'assegnazione al consorzio italo-spagnolo Sis lo Stato perde un miliardo di euro. Benvenuto: "Uno strano silenzio circonda questa vicenda"

Revocare subito la gara con cui la Torino-Piacenza e la Tangenziale A5 di Torino sono state assegnate in concessione al Consorzio Stabile Sis, il gruppo italo-spagnolo controllato dalla torinese Inc della famiglia Dogliani. È quanto chiede la Lega al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini rimarcando come la procedura che ha portato all’esclusione del Gruppo Gavio comporti una mancato introito di un miliardo di euro per lo Stato. “Con una nuova gara lo Stato avrebbe la certezza di incassare almeno quella cifra”, sottolineano in una nota i parlamentari Alessandro Benvenuto, capogruppo in commissione Ambiente, Elena Maccanti, sua omologa in commissione Trasporti e l’ex viceministro Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture del partito. “La pratica Autostrade del Nord non a caso si trova già sul tavolo della Corte dei Conti. Il ministero non può avallare una pratica che provoca alle casse pubbliche un grave danno economico”, sostiene il partito di Matteo Salvini, schierato compatto e “determinato a vederci chiaro in questa vicenda”.

Una vicenda che ha dell’incredibile quella resa nota nei giorni scorsi dallo Spiffero e circondata da uno strano e diffuso silenzio, rotto oggi dalla Lega. Dopo aver vinto, in un primo tempo, la gara il Gruppo Gavio, da anni gestore delle tratte in rinnovo di concessione, è stato escluso nonostante avesse presentato l’offerta tecnico-economica più vantaggiosa per lo Stato. Applicando in senso restrittivo un norma, la holding tortonese, è stata messa fuori perché la società capofila del raggruppamento che ha partecipato alla gara – la Salt, Società Autostrada Ligure Toscana, controllata dall’Astm – non aveva la qualifica di costruttore, qualifica che però avevano le altre società mandanti.

L’interpretazione del ministero ha trovato, poi, supporto nei pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato che hanno confermato l’esclusione, affidando la concessione al Sis. Ha perso Gavio, ma ancor più ha perso lo Stato mandando in fumo nientemeno che un miliardo, con la firma del direttore generale del ministero Felice Morisco in calce al documento di aggiudicazione definitiva.

Al ministro i leghisti chiedono “se non ritenga opportuno annullare la gara in oggetto e indire una nuova procedura, al fine di perseguire il pubblico interesse ed evitare l’ipotesi di danno erariale che andrebbe configurandosi, anche alla luce del fatto che in caso di aggiudicazione al primo classificato vi sarebbe stata una ben maggiore entrata da destinare a nuove infrastrutture”. Che la conclusione della gara, con l’appigliarsi a cavilli poco più che formali, sia per le casse dello Stato degna del miglior Tafazzi, c’è poco da obiettare. Dare un calcio a un miliardo senza neppure cercare una soluzione per superare o sanare alcuni aspetti giuridici, non solo fa stranire (per non dire di peggio), ma come osserva il deputato leghista Benvenuto “pone dei dubbi, accresciuti da un silenzio pressoché unanime sulla vicenda, che chiediamo di fugare. Anche perché l’ipotesi di un danno erariale è tutt’altro che aleatoria”.  

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