A CHE GIOCO GIOCHIAMO

Azzardo, la mossa dei sindaci

Di fronte al muro contro muro tra centrodestra e opposizioni in Consiglio regionale, dai Comuni arriva una proposta di mediazione. Una sintesi tra la legge del 2016 e quella attuale. L'applicazione del distanziometro posposta al 2023

Per settimane hanno espresso con ogni mezzo il loro dissenso, ora i sindaci piemontesi scendono in campo con una proposta di legge sul gioco d’azzardo per superare il muro contro muro che si registra ormai da mesi in Regione tra maggioranza e opposizione. Una norma che in realtà rappresenta un compromesso, volta a sospendere almeno momentaneamente le ostilità in attesa di una soluzione condivisa. Lo strumento, insomma, per evitare che vada in scena un nuovo scontro muscolare tra un centrodestra ostinato quanto incapace di trovare soluzioni di mediazione e minoranze decise a non arretrare lungo una linea Maginot fatta di centinaia di migliaia di emendamenti ostruzionistici.

L’iniziativa è dei sindaci di Grugliasco, Roberto Montà, e Cuneo, Federico Borgna rispettivamente a capo di Avviso pubblico, l’associazione dei Comuni che si propone la promozione della legalità e Ali-Legautonomie Piemonte.

Fino a questo momento la resistenza dei sindaci si è manifestata con il parere contrario del Cal (Consiglio delle autonomie locali) al disegno di legge 144 con cui il centrodestra intende riscrivere, depotenziandola, la legge 9 del 2016 che aveva dotato la Regione di una norma contro il gioco d’azzardo patologico. Tra i temi più controversi quello del cosiddetto “distanziometro”, il provvedimento che vieta la collocazione di apparecchi per il gioco meno di trecento metri per i comuni fino a 5mila abitanti e 500 metri per quelli più popolosi di una serie di luoghi sensibili quali scuole, chiese, ospedali, centri sportivi. Ed è proprio su questo che si concentra la proposta dei sindaci: mentre il centrodestra è intenzionato a rimuoverne la retroattività, salvando tutti coloro che avevano aperto la propria attività prima dell’entrata in vigore della legge del 2016, i sindaci ne pospongono l’applicazione al 31 dicembre 2023. Inoltre, la nuova proposta intende “salvaguardare le prerogative dei comuni” sulle “limitazioni temporali all’esercizio del gioco e la possibilità di individuare ulteriori luoghi sensibili per ragioni strettamente connesse a viabilità, inquinamento acustico e disturbo della quiete pubblica”. E infine viene mantenuto ciò che di buono, a loro giudizio, è contenuto nel testo del centrodestra e cioè le misure a tutela dei minori, l’istituzione della giornata “Slot, no grazie” con tanto di logo regionale, la creazione della sezione tematica Gap presso l’Osservatorio epidemiologico delle dipendenze patologiche e le azioni di lotta e prevenzione dell’usura.

Qui la proposta di legge dei sindaci

In queste ore la proposta scritta da Montà e Borgna sta girando per la raccolta delle adesioni, martedì alle 10,30 è previsto un presidio davanti a Palazzo Lascaris, “cui vorremmo far seguire la consegna del testo al presidente Stefano Allasia” scrive Montà nella comunicazione diffusa ieri a tutti i sindaci piemontesi.

Nei giorni scorsi non sono mancati, anche nei Comuni di centrodestra, pronunciamenti in dissenso con l’iniziativa della Regione. Ultimo il caso di Ivrea, dove il primo cittadino Stefano Sertoli ha votato una mozione dell’opposizione contro il nuovo disegno di legge. Per questo la soluzione di compromesso dei sindaci potrebbe rappresentare una soluzione per evitare ulteriori lacerazioni. Molti i Comuni, soprattutto nell’area metropolitana torinese, che hanno già sottoscritto la proposta: Collegno, Rivarolo, Druento, Gassino, Condove, Brozolo, Cavagnolo, Casalborgone, Lauriano, San Sebastiano Po, Monteu da Po, ma anche Bra e Savigliano (Cuneo), Crescentino (Vercelli). 

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