Fiom agli esami di riparazione

Esami di riparazione. Così potremmo chiamare la seppur lodevole iniziativa di Fiom e Cgil torinese e piemontese a sostegno della gigafactory a Mirafiori a cui ha partecipato il mondo della politica e dell’università locale. Si, esami di riparazione dopo dieci anni di politica sindacale “contro” Fiat e Fca a partire dal referendum del 2011 quando venne rifiutato il progetto proposto da Sergio Marchionne all’allora segretario generale Fiom Gianni Rinaldini.

Siccome non sono “un’ipocrita sindacale” non faccio appelli al fatto che l’iniziativa fosse bene farla unitariamente. Ognuno deve sapere cogliere ciò che fermenta sul territorio e trasformarlo (in buon vino) in iniziativa sindacale, pertanto se si lascia un vuoto politico o sindacale complimenti a chi sa occuparlo.

Che la Fiom si schieri apertamente per la Gigafactory a Mirafiori è un buon segno di chiarezza offuscato, però, ancora da dichiarazioni da piede in due scarpe: “Scarmagno? C’è posto per tutti” è la posizione della Fiom. Non credo sia proprio così. Occorre scegliere ogni tanto. Bisogna uscire dalle ambiguità e avere il coraggio di fare scelte precise sennò si illude sempre qualcuno e poi si ricorre al populismo e alla propaganda per uscirne con danno sicuro per il movimento sindacale.

Esami di riparazione per dieci anni di opposizione a un progetto che ha salvato Fiat dal fallimento ed è stata rilanciata con Fca; di esternazioni sindacali populiste sul futuro di Fca che hanno disamorato anche i lavoratori e le lavoratrici. Che oggi si dica che si volta pagina, che con Stellantis, cioè Psa, è un’altra storia, come fanno i capi Fiom locali, sarei cauto a sostenerlo. Non vorrei che al primo scoglio gli tocchi ricredersi; perché gli accordi con Chrysler li aveva scritti Marchionne ma con Psa rischiano di subire molte imposizioni organizzative a partire dalla revisione del Wcm. E questa sarebbe una sconfitta per i lavoratori perché prevarrebbe nelle officine e negli uffici l’occupazione francese dei posti chiave di responsabilità.

Inoltre non polemizzerei con un Ministro il quale sostiene che per lui è importante la realizzazione della gigafactory in Italia, perché significa che è un Ministro della Repubblica e non un Ministro che rappresenta un territorio come sovente è avvenuto nel passato, lo stesso vale per l’Intelligenza Artificiale e le parole del Ministro Colao che al contrario dimostrano la debolezza del nostro (non) sistema Piemonte a difendere la collocazione della sede unica a Torino.

Certamente però e lo dico da anni, bisogna superare quella logica definita in ambito europeo per cui al sud si assegnano fondi europei per investire sulle attività produttive manifatturiere e al nord si assegna la progettazione, ricerca e sviluppo e le nuove iniziative. Per inciso la gigafactory è una nuova iniziativa. Primo, perché abbiamo il record di “capitale della cassa integrazione”; secondo, servirebbe che i nostri politici al Parlamento Europeo facciano sistema bipartisan affinché si modifiche la legislazione europea che indica questo indirizzo sui finanziamenti europei.

Infine aggiungerei che insieme a tanti posti di lavoro qualificati abbiamo bisogno anche di volumi occupazionali non necessariamente di alta qualifica per dare lavoro anche agli strati meno scolarizzati e professionalizzati. che sono tanti.

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