LA SACRA RUOTA

Stellantis, a Torino non basta la 500

La produzione di Maserati è al lumicino e serve un piano per Grugliasco dove lavorano oltre mille addetti e ormai "si procede a singhiozzo". Livelli record di cassa integrazione. Il report della Fim-Cisl dopo la doccia fredda sulla gigafactory

Sono oltre 35mila le auto prodotte a Torino nei primi sei mesi dell’anno e la stragrande maggioranza di questi volumi si deve alla 500 bev, partita alla fine del 2020. Nella più ottimistica delle previsioni, stimando le produzioni Maserati intorno alle 20mila unità totali, il polo torinese potrebbe eguagliare il 2017 quando i volumi si attestarono sulla soglia delle 70mila vetture. Ma se Mirafiori regge l’urto grazie al nuovo modello, le prospettive per lo stabilimento di Grugliasco non sono rosee: nell’ex Bertone si producono solo Ghibli e Quattroporte, ma soprattutto si fa tanta cassa integrazione. Sono i dati del report Fim-Cisl sulla produzione di Stellantis.

Le produzioni delle Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante, con circa 9.795 unità sono quasi raddoppiate rispetto alle 5.725 del primo semestre 2020, quando però c’era stato il blocco delle attività produttive dovuto al Covid. Nella più ottimistica delle previsioni, per il 2021, stimando le produzioni Maserati del Polo torinese intorno alle 20mila unità, ci si attesterebbe comunque a -60% rispetto ai risultati raggiunti nel 2017, che fu l’anno migliore. Sia la produzione del Levante che quella di Ghibli e Quattroporte sono da tempo su un turno e continua l’uso di ammortizzatori sociali.

All’indomani della decisione di azienda e governo di assegnare a Termoli, nel Molise, la Gigafactory ora Torino reclama nuove produzioni per rilanciarsi. “Serve assolutamente un nuovo modello per Mirafiori e attendiamo da tempo notizie sugli oltre 1.100 lavoratori di Grugliasco dove si va avanti a singhiozzo” dice il numero uno della Fim di Torino Davide Provenzano. Le buone notizie, come detto, arrivano invece dalla 500 bev che nei primi sei mesi del 2021 si è attestata sulle 25.219 unità, cioè oltre 70 per cento della produzione complessiva di Torino.

È molto probabile che questo modello possa superare la soglia delle 50mila unità a fine anno rappresentando l’80 per cento dei volumi produttivi di Torino. “Siamo stati sorpresi positivamente dalla notizia che Stellantis abbia intenzione di raddoppiare i volumi sulla 500 bev, passando dalle potenziali 70mila vetture a 140mila. Verificheremo che ciò abbia un riscontro concreto. Al momento si lavora ancora su un turno di lavoro con 210 vetture al giorno” dice il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano. Anche sulla Maserati Levante, anch’essa prodotta a Mirafiori, pare essere in programma un aumento delle produzioni giornaliere da 61 a 81. “È indispensabile per il polo produttivo completare gli investimenti previsti nel vecchio piano Fca, nello specifico diventa necessaria la partenza nei prossimi mesi della produzione delle due Maserati GC e GT e completare il processo di elettrificazione – conclude Uliano – ma è evidente che il nuovo piano industriale di Stellantis dovrà intervenire rafforzando ulteriormente la capacità produttiva del Polo torinese con il rilancio complessivo dei modelli del lusso, ma anche e soprattutto con modelli di un altro segmento di mercato, necessità ancora più evidente dopo la collocazione della Gigafactory a Termoli”.

A livello nazionale, nel primo semestre 2021 Stellantis ha prodotto in Italia 407.846 vetture, in crescita del 59% rispetto al 2020, condizionato dal Covid, ma in calo del 20% sul 2019. In tutti gli stabilimenti si registra una ripresa della cassa integrazione tranne per i veicoli commerciali Sevel. “Abbiamo chiesto un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico con i vertici di Stellantis Europe. La scelta di fare in Italia la Gigafactory è positiva, ma servono garanzie di prospettiva e occupazionali per tutti gli stabilimenti” ha chiarito Uliano. Oltre al polo torinese, dove le produzioni della Maserati registreranno quest’anno, nella migliore delle ipotesi, un calo del 60% rispetto al 2017, preoccupano gli stabilimenti di motori di Cento e Pratola Serra, che occupano insieme 2.700 dipendenti. La strada per la riconversione delle fabbriche meccaniche coinvolge anche gli stabilimenti di Verrone e le meccaniche di Mirafiori.

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