SANITA'

Medici e infermieri no vax sospesi, ma chi li sostituisce?

Già 600 i ricorsi al Tar contro l'obbligo e le sanzioni (e per allungare i tempi). L'allarme del sindacato Nursind: "Le Asl non pensino di colmare i vuoti senza aumentare il personale"

I medici, gli infermieri e tutti gli operatori della sanità che verranno sospesi o saranno adibiti ad altre mansioni per non esserci vaccinati saranno sostituiti nei loro ruoli? Tutt’altro che ipotetica la domanda che viene posta, con preoccupazione, dal sindacato degli infermieri Nursind, quando si dovrebbero profilare anche in Piemonte i primi provvedimenti previsti dalla legge e, peraltro, attuati già in molte altre regioni.

In Piemonte il numero dei sanitari non immunizzati sarebbe ancora attorno ai tremila e circa 600 di questi, interpellati dalle Asl di competenza per conoscere le ragioni del diniego, hanno presentato ricorso al Tar ritenendo l’obbligo “in contrasto con la Costituzione e con la Carta europea dei diritti fondamentali in relazione alla tutela della salute del singolo cittadino”. Nello stesso ricordo si fa presente come a loro dire “non danno copertura totale dal contagio e presentano profili di rischio”. Le Asl, su suggerimento del commissario preposto alla campagna vaccinale Antonio Rinaudo, hanno affidato la loro rappresentanza dinanzi al Tar a un solo legale, l’avvocato Vittorio Barosio.

Una mossa quella del ricorso alla magistratura amministrativa largamente prevista e da molti letta come una strategia per allungare i tempi e arrivare al 31 dicembre, data in cui scadrà la norma che prevede per chi rifiuta il vaccino l’impiego in mansioni (anche inferiori) non a contatto con il pubblico o qualora non si possibile, la sospensione dal lavoro senza stipendio.

Resta comunque quasi certo che una gran parte dei renitenti non resterà ancora a lungo al suo posto. Da qui l’allarme del sindacato. “Da una parte la Regione che ne resta fuori, dall’altra le aziende che devono applicare la Legge. La domanda alla quale si deve dare una risposta politica ma nello stesso tempo anche tecnica è: Saranno sostituiti coloro i quali saranno sospesi?”, spiega in una nota il segretario regionale del Nursind Francesco Coppolella. “Il rischio di dover chiudere dei servizi per far fronte a questa importante carenza che improvvisamente e inevitabilmente si verificherà in un momento già critico su questo fronte è più che concreto”, avverte il sindacalista dopo un incontro con la direzione regionale della Sanità “e non avendo avuto rassicurazioni in merito”.

Preoccupazione e un avvertimento alla Regione e alle stesse aziende sanitarie: “Non si pensi che gli operatori che resteranno in servizio possano colmare un carico di lavoro inaccettabile. Se la legge è legge, è necessario preoccuparsi anche degli effetti della sua applicazione”.

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