Veleni, corvi e false mail: "Volevano screditarci"
16:32 Lunedì 12 Luglio 2021Il procuratore capo Loreto scrive ai dipendenti dell'ufficio per fare chiarezza sulla vicenda della corrispondenza "creata artatamente" riguardante l'attività di un pm e di un ufficiale dei carabinieri
Un tentativo di “screditare l’operato, la professionalità e l’indipendenza dei magistrati e della sezione di polizia giudiziaria” della procura di Torino e di “dare una falsa rappresentazione del nostro ufficio facendolo apparire, contrariamente al vero, caratterizzato da conflitti interni e da un clima di generale sfiducia”. È quanto scrive il procuratore capo Anna Maria Loreto ai magistrati dell’ufficio. Queste le finalità che avrebbero mosso l’anonimo “corvo” nel diffondere copie di uno scambio di email tra un ufficiale dei carabinieri, responsabile dell’aliquota dell’Arma di p.g. a Palazzo di Giustizia e un paio di giornalisti in cui, tra l’altro, si annunciava l’arrivo di una “bomba” sul Pd torinese che avrebbe destabilizzato la campagna elettorale. Corrispondenza che gli accertamenti tecnici disposti dall’indagine disposti dalla stessa Procura hanno attestato essere falsa, creata “artatamente”, e che hanno portato il gip a disporre l’archiviazione del procedimento.
Dopo la segnalazione dell’ex pm Andrea Padalino, sotto processo a Milano per corruzione in atti giudiziari, che nel corso di un’audizione al Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Torino aveva rivelato di aver ricevuto un anonimo plico contenente le fotocopie della presunta corrispondenza, sollecitando accertamenti attraverso il presidente del Tribunale di Vercelli (sede nella quale ora opera), altre copie erano state successivamente recapitate ad altri soggetti, tra i quali alcuni politici tirati in ballo nel carteggio. La notizia, nel frattempo, aveva preso a circolare non solo negli ambienti giudiziari.