LOTTA AL COVID

Dosi dimezzate, appello a Figliuolo

A fronte di una potenzialità di 60mila vaccinazioni al giorno in Piemonte se ne faranno poco più di 30mila. Frenata necessaria per garantire i richiami e non rischiare il crash. "Pronti a dare il massimo se arrivano più fiale". Resta il nodo degli over 60 "irriducibili"

“Pur avendo la Regione Piemonte una capacità vaccinale di oltre 60mila somministrazioni al giorno ed una performance rispetto al target di somministrazione indicato per il periodo 16 aprile–11 luglio pari al 98,42%, si specifica che tale operazione si è resa indispensabile sulla scorta della pianificazione delle previste consegne di vaccini a mRNA nel mese di luglio”.

L’operazione in cui si fa cenno nella comunicazione indirizzata al commissario Francesco Paolo Figliuolo è quella “rimodulazione”, decisa ieri nella riunione al Dirmei, che porta in sostanza il Piemonte a procedere nella campagna vaccinale a velocità dimezzata rispetto a quella che il sistema consentirebbe, se ci fossero le dosi necessarie. Ma non ci sono. E basterebbe immaginare cosa potrebbe accadere se solo per un po’ di giorni i grandi hub vaccinali di Torino, come quelli meno grandi del resto della regione procedessero come una macchina in grado di andare a 120 all’ora anziché frenare per non superare i 60. Nessuno la pronuncia, ma la parola crash, che ha descritto drammatici quanto possibili scenari quando i posti letto negli ospedali erano vicini al limite della saturazione, troverebbe la sua declinazione sul fronte vaccinale: arrivare a un giorno in cui non ci fossero più dosi. Certo sarebbe una situazione momentanea, risolvibile dalla prima fornitura. Meglio, tuttavia, evitarla ad ogni costo.

Proprio per questa ragione, insieme alla necessità di contemperare la necessità di procedere con le prime dosi senza ritardare in maniera eccessiva i richiami, dosando con il bilancino le somministrazioni, si è deciso di “rimodulare” il piano vaccinale. In più c’è un altro aspetto all’apparenza paradossale e in contraddizione con la scarsità di vaccini in arrivo in Piemonte: un calo della partecipazione ai vaccine day e quello zoccolo duro di over 60 che ancora resiste ai sempre più pressanti appelli a offrire il braccio alla siringa.

Nel weekend appena trascorso a fronte di 3mila vaccini disponibili al Valentino si sono presentanti soltanto in 1.900, tant’è che per il prossimo fine settimana anziché per tre giorni le vaccinazioni si faranno soltanto sabato e i posti prenotabili da oggi saranno 1.500. In questa riduzione c’è già l’effetto della rimodulazione? Molto probabile, ma certo la minor affluenza rispetto all’offerta ha fornito il destro. Nessuna prenotazione per il Valentino, così come per tutti gli altri centri in cui si vaccina nella regione per chi ha più di sessant’anni e ormai è ricercato come un Gronchi rosa.

Senza scomodare impropriamente i no vax, la renitenza che segna la fascia dai 60 ai 70 anni sembra ormai materiale di studio per capire quale oscura ragione faccia rimanere questi anziani, ma non troppo, lontani dal vaccino invece subito agognato e rincorso con rare titubanze da chi anziano lo è eccome, avendo superato gli ottanta, e non vedeva l’ora di fare l’iniezione. Per “convincerli” la Regione ha messo mano al portafogli per “convincere” a loro volta i medici di famiglia a fare ciò che ci si sarebbe aspettato già facessero di loro, ovvero contattare gli assistiti che ancora non hanno dato l’adesione, capire le ragioni di quel rifiuto e spiegare l’importanza di mettersi al riparo dal virsu, o comunque dalle sue conseguenze gravi. 

Ma forse si è pensato che neppure questo potesse bastare, tant’è che su indicazione della Regione le Asl hanno preso a inviare lettere agli over 60 ancora non immunizzati e, soprattutto, che ancora non hanno aderito alla campagna. Sembra facile dire: gli scriviamo. L’Authority per la privacy è in agguato. E allora? Scriviamo a tutti gli over 60 vaccinati e non, ma costa un botto. Meglio rischiare una multa, semmai arriverà, e indirizzare la lettera a chi ricevendola, si spera, decida di porgere il braccio.

Insomma, è un Piemonte che rincorre una parte della sua popolazione, insieme a una parte ancora cospicua di personale scolastico, docente e non, mentre deve rallentare il ritmo delle vaccinazioni per non rischiare di rimanere senza. Dopo i ringraziamenti per le dosi aggiuntive attese nei prossimi giorni scorsi, al generale Figliuolo non si nasconde che l’alternativa alla riduzione delle somministrazioni giornaliere previste almeno fino a fine mese siano “ulteriori consegne di vaccino a mRNA sia per il mese di luglio che per il mese di agosto”.

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